I Am X: niente male, caro il mio Chris Corner, direi che ti si addice perfettamente! X come incognita, come elemento indecifrabile, lui per me è proprio questo, un personaggio su cui proprio non riesco a formulare un giudizio preciso. Onesto mestierante? Mediocre cavalcatore di mode? Uno che potrebbe ma non vuole? Uno che vorrebbe ma non può? Vallo a capire, dagli Sneaker Pimps a questa carriera solista sotto pseudonimo, dal '96 ad oggi non un solo album in cui non faccia intravedere un grandissimo potenziale, e al tempo stesso un solo album che possa definirsi veramente bello e riuscito, più o meno. Stiloso e carismatico al punto giusto, polistrumentista, produttore, ed eterno incompiuto, forse per calcoli commerciali, forse per limiti propri e magari semplicemente per incostanza. Chris Corner mi fa decisamente girare le scatole, si, perchè è uno che potrebbe (o avrebbe potuto) fare cose veramente belle, e invece si limita ad essere una specie di alternativa un po' meno cafona e inflazionata a Muse e Placebo. "Volatile Times" del 2011 è forse il suo manifesto per eccellenza, tre gemme neo-glam di grande fascino e spessore, "I Salute You Christopher" (con un testo meraviglioso), "Bernadette" e "Oh Beautiful Town" che emergono in una brodaglia di insulso chitarrame sferragliante e ritornelli mezzi urlati di naso (uno stile forzoso, irritante e, checchè se ne dica, assolutamente inespressivo, che peraltro svilisce una vocalità duttile e di buona classe).

Caro il mio Chris Corner, visto che ormai cominci pure ad avere una certa, che ne diresti di smettere di arruffianarti qualche teenager munito di frangetta (poi hai pure cominciato con il trip-hop, quindi non è neanche il tuo background d'origine) e puntare su sonorità un po' più "adult-oriented"? Magari virando su un synth-pop cabaret un po' tenebroso neoclassico glam decadente, volendo ne saresti perfettamente capace, eh, volendo, è questa la fregatura. Eppure a cavallo tra il 2002 e il 2004 questo enigmatico songwriter britannico era arrivato molto vicino a una quadratura del cerchio; tra il piacevole e relativamente solido glam rock riletto in chiave anni '90, con quel tocco di broccoloneria "maledetta" di "Bloodsport", ultimo album a nome Sneaker Pimps e il primo atto della carriera solista, si può dire che Chris Corner abbia dato il meglio di sè proprio in questo periodo di transizione, soprattutto in termini di continuità e quantità. Monicker nuovo, sonorità nuove: con "Kiss + Swallow" CC ha sperimentato un sound elettronico al 100%, con esiti complessivamente felici; l'idea era giusta, a prescindere da una resa complessiva comunque perfettibile. Si, perchè un album con dodici canzoni tutte più o meno sui cinque minuti abbondanti di durata, a meno che il livello non sia veramente alto finisce sempre per risultare fiacco e ridondante in qualche episodio, è matematico, ma le intenzioni di base sono vincenti e gli episodi di punta rimangono ben impressi.

Il fascino di questo album sta tutto nel saper evocare con efficacia un immaginario lascivo e decadente: ambiguità, ritmi voluttuosi, voce di impostazione bowiana, atmosfere futuristiche ma intrise di passionalità carnale. Case chiuse, festini, trucco, maschere, bourlesque, latex nero; "Kiss + Swallow" rimanda a immagini di questo tipo, anche per il look di Chris Corner che, da bravo aspirante divo glam, cura con estrema attenzione questo aspetto. Ma qui era già andato oltre il rango di "aspirante": insomma, uno che ti tira fuori un pezzone torrido e costruito alla perfezione come "Sailor" è uno che ci sa fare sul serio, e poi "Kiss And Swallow", "Your Joy Is My Low", "White Suburb Impressionism", "Skin Vision", "Naked But Safe", la digressione techno di "You Stick It In Me". Una tracklist da proposta indecente, impreziosita da qualche lento malinconico e d'atmosfera come "Simple Girl", "I Like Pretending" e soprattutto "Missile"; beat perfetti, un grande senso della teatralità, interpretazioni credibili, quasi mai forzose e sopra le righe, richiami evidenti ma neanche poi troppo sfacciati a Bowie e Soft Cell (questi ultimi soprattutto nella titletrack). Con una base del genere Chris Corner avrebbe potuto avrebbe potuto dare il via a un vero rinascimento Glam, proiettandone gli stilemi in una dimensione moderna e credibile, e invece no, dopo "Kiss + Swallow" una delusione dopo l'altra, con qualche episodico barlume. Tra qualche mese uscirà il nuovo album, e il singolo che gira lascia ben sperare; che sia finalmente la volta buona? Se non è un'ultima chiamata poco ci manca. Per adesso il caro Chris Corner rimane un carismatico enigma, oppure un ruffiano ormai pluri-recidivo; non chiedo tanto, in fondo mi basta che limiti al minimo possibile gli starnazzi a'la Brian Molko e tutto il resto dovrebbe venire da sè, che ritorni alle sonorità di "Kiss + Swallow" o decida di seguire nuove strade l'importante per lui è dare un segnale di discontinuità e dimostrare finalmente tutta la sua classe.

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