Ci sono giorni in cui pensieri confusi affollano la mente, e lasciano sempre dell'amaro in bocca, del marcio, come dopo una sbronza, e non hai voglia di contarli, né di uscire, perchè fuori piove... comunque. Ci sono giorni di merda in cui nulla consola, e ciò neanche t'importa... Il silenzio... la solitudine... Poi, ti ricordi che hai lì qualcosa... fa proprio al caso tuo ed è tempo di rispolverare. Un certo 'Axiom' dei misconosciuti Iblis, abili nel raccogliere gli elementi migliori dal metal estremo condensandoli e arricchendoli di sonorità classiche dal gusto retrò, cosa che a primo impatto lascia interdetti ma che in realtà è determinante per il risultato ottenuto.
Ciò che in apertura di recensione sembrava un inutile delirio, in verità è il dipinto astratto delle sensazioni veicolate dalll'album in questione, o almeno una parte. Difficile spiegare quel senso di nichilismo, di inquietudine e misantropia che pervade l'intero platter senza apparire riduttivi e banali, mai come in questo caso. Probabilmente le mie considerazioni non coincidono con le reali intenzioni della band, ma ciò di cui sono sicuro è che 'Axiom' è davvero un grandissimo lavoro. Uscito nel 2000 per la defunta Negatron Records (la piccola etichetta pavese prima di chiudere i battenti pubblicò altri album di altissimo livello quali 'Link' dei Dammercide e 'Fetish Parade' dei Glacial Fear, ma ciò nonostante, per la spietata legge di mercato non ha avuto la fortuna che meritava) è l'unico full lenght dei comaschi in quanto in seguito la band si è sciolta. La line up del disco è così composta: Moonbeam al violino, piano, chitarra e voce; Thidra al basso, Malignant alla batteria. Musicalmente i nostri ci offrono un Death metal tecnico e raffinato, che a dispetto delle apparenze e delle etichette accostate al gruppo, ha poco o niente a che vedere con il Black metal (solo la voce è uno screming in stile Black, ma fortunatamente non troppo acido ed efferato, in quanto a mio avviso avrebbe rovinato il lavoro). Ciò che rende la proposta unica e molto interessante è la componente classica del lavoro. Non si tratta di un approccio sinfonico simile a molte band che spesso scivolano nel pacchiano, ma di vere composizioni classiche le quali coprono una porzione importante dell'intero lavoro. Basta ascoltare l'opener 'Transient' per godere della bellezza quasi inquietante di violini schizzati che duettano con eleganti partiture di piano molto toccanti. Segue 'Blazing', una breve intro di solo piano e il brano si apre subito trascinante, con una ritmica e un riff sostenuti seguendo la melodia di piano, il quale dopo il primo minuto esce di scena. Il mood del pezzo e del lavoro complessivo è piuttosto progressivo, e ciò che stupisce è che la componente classica di piano e violino pur non avendo un ruolo importante nei brani veri e propri (quelli metal per intendersi), l'album suona sempre sofisticato discostandosi dagli stilemi del Death melodico di stampo svedese; le melodie tracciate dal riffing di chitarra appaiono quasi sempre contaminate dall'approccio compositivo 'classico', poco diffuso nel metal estremo . Tutti i pezzi sono ispirati e ben definiti, e soprattutto godono di una buona compattezza di fondo; brani come 'Odd Grin' e 'La follia' mostrano il perfetto connubio degli strumenti classici (mai invadenti come dicevo) e la parte prettamente metal, il piano di 'Neverheard' e il duetto violino-piano di 'Axiom' donano minuti di rara bellezza, attimi di pace, di redenzione, solo apparente in quanto tracce come 'Infant' e la conclusiva 'Molesting Your Soul' ribadiscono l'aggressività del lavoro trascinando di nuovo l'ascoltatore nell'angolo più buio della propria anima. Mi sembra doveroso menzionare la virtuosa prestazione di Thidra e Malignant. Il basso è in prima linea, ben evidenziato da un suono robusto che rende merito alla performance molto tecnica del bassista, il quale firma anche gli ottimi assoli di chitarra presenti in 'Blazing' e 'Infant'. Non è da meno il batterista, molto curato e ricco il suo drumming, ed è lodevole la precisione dei colpi nei repentini cambi di pattern. Devo dire che sono rimasto sorpreso dall'ottima produzione nonostante non ci sia stato di certo a supporto un generoso budget; i suoni sono curati, non saturi, e ben evidenziano tutti gli strumenti, evitando quel 'salto' che si avverte spesso in questo tipo di lavori tra le parti classiche e quelle metal In conclusione c'è da dire che l'album si presta ad un ascolto 'meditativo', le parti estreme non concedono esplosioni o refrain che fungono da climax; è tutto il lavoro a godere di grande intensità rapendo l'ascoltatore col suo progressivo incedere tumultuoso. L'unico mio rammarico è che non potendo ascoltare un seguito di 'Axiom' avrei preferito qualche pezzo in più, ma forse è meglio così, piuttosto che un prodotto prolisso e annacquato. Il disco è ancora disponibile e a basso costo (il che non guasta mai!), davvero consigliato a chi ama la buona musica a prescindere.
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