Li avevamo lasciati nel 2008 con "The crucible of man" e Matt Barlow dietro il microfono: in tre anni le cose all'interno degli americani Iced Earth sono cambiate di nuovo. Il caro vecchio Barlow decide di abbandonare ancora una volta la band per dedicarsi maggiormente alla famiglia: al suo posto subentra Stu Block, già singer degli Into Eternity. La sua voce si dimostra simile a quella di Barlow ma senza la teatralità di ques'ultimo compensata però da una maggiore versatilità stilistica. In definitiva si può dire che la scelta sia stata più che buona da parte di Jon Schaffer.
"Dystopia" è il decimo studio album degli Iced Earth, gruppo che ha esordito nel lontano 1990 con l'omonimo lavoro. Da lì sono cambiati innumerevoli interpreti ma Jon Schaffer, l'unico vero leader, è rimasto sempre fedele alla causa. Inoltre le ombre sulla band si erano rannuvolate ulteriormente perchè i due cd precedenti, "Framing armageddon" e "The crucible of man" non avevano entusiasmato, ma anzi mostravano una band ormai alle corde con una sostanziale mancanza di idee. In questo senso "Dystopia" ci riporta indietro nel tempo alle cavalcate di album come "Burnt offerings" e "Something wicked this way comes" come ci testimonia la titletrack, piazzata in apertura: un proiettile infiammato che per quasi sei minuti non lascia scampo a divagazioni. Emerge fin da subito l'ottima ugola di Block che riesce a sorprendere per adattamento e versatilità. Anche "Anthem" conferma le impressioni positive di inizio cd, grazie ad un'atmosfera perennemente oscura enfatizzata dallo splendido arpeggio iniziale, mentre si torna subito a picchiare in modo forsennato con "Boiling point".
Ciò che più sorprende del nuovo disco degli Iced Earth è però una rinnovata freschezza compositiva, quasi che la band abbia voluto immergersi di nuovo nei fasti e nella gloria del passato per tirar fuori non il solito "compitino" ma qualcosa di moderno comunque legato alla tradizione Earth. L'esempio lampante è rappresentato da "Anguish of youth" che ha in se tutto quello che gli Iced Earth si propongono di mostrare ai propri fans: un andamento malinconico che riporta in mente capolavori come "Melancholy" e "Watching over me" su cui spicca la voce in questa caso atipica di Block che stupisce per il suo timbro assolutamente lontano dal genere. A tutto questo si aggiunge anche una rinnovata potenza, come si evince da pallottole incandescenti come "Days of rage" e "Tragedy and triumph".
Qua e là il disco indugia ancora troppo in menate strumentali un po' fini a se stesse, fin troppo legate ai Maiden, di cui Schaffer è un noto fan. Nel complesso quindi "Dystopia" non è esente da difetti, ma questi vengono in larga parte oscurati da un sound di nuovo vario ed aggressivo, nonchè da un singer che è riuscito ad adattarsi a meraviglia in questa nuova avventura. Si tornano ad udire partizioni thrash, non manca la melodia del power, si respira anche l'aria infuocata dello speed che sembrava perduto. Che siano tornati definitivamente?
Voto 3 e mezzo.
1. "Dystopia" (5:49)
2. "Anthem" (4:54)
3. "Boiling Point" (2:46)
4. "Anguish Of Youth" (4:41)
5. "V" (3:39)
6. "Dark City" (5:42)
7. "Equilibrium" (4:31)
8. "Days Of Rage" (2:17)
9. "End Of Innocence" (4:07)
10. "Tragedy And Triumph" (7:44)
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