Un po' in ritardo... ma eccola qua.

Era quasi prevedibile per me un bel concerto, pieno di emozioni e carico di energia, seppur appena rientrato in Italia scopro che Roddy quella sera non era proprio al cento per cento della forma e che, infatti, la data seguante l'hanno dovuta cancellare e rimandare.

Sto parlando del concerto degli Idlewild tenutosi lo scorso 23 Marzo all'Hammersmith Palais di Londra. Dopo troppo tempo che volevo vedere un loro concerto - anche se non tantissimo è passato dalle due esibizioni prima dei concerti dei REM a Cardiff e a Londra nell'estate del 2005 - mi sono deciso, appena scoperto il loro mini tour in UK, di andare a vederli proprio a Londra. Il concerto si è rivelato un vero e proprio tripudio di emozioni dove, per fortuna, ho avuto l'occasione di sentire molte tra le mie canzoni preferite, nuove e non. Infatti questo mini-tour, gli Idlewild, lo hanno intrapreso proprio appena dopo la pubblicazione del loro ultimo lavoro in studio, "Make Another World", un album carico di guitar-rock, che riporta il sound dei cinque scozzesi ai loro inizi di carriera quando suonavano un punk-rock colmo di reminiscenze "pixiesiane" e poco dopo di primi echi "remmiani".

Benissimo, dunque il concerto è trascorso felice e movimentato potendolo considerare quasi un best of della loro carriera dove quindi non sono ovviamente mancati i momenti dedicati alle loro più toccanti canzoni quali American English e Live In A Hiding Place e pezzi amati come Roseability. Una setlist dunque piena di sorprese che ha pescato pezzi dai primi album come When I Argue I See Shapes o Everyone Says You're So Fragile dal secondo disco "Hope Is Important" e dal ultimo lavoro con Future Works, Everything As It Moves e, ovviamente, quello che è stato il singolo traino, If It Takes You Home. Un' ora e mezza di puro rock eccitante e commovente in cui gli Idlewild si sono divertiti e hanno fatto divertire dimostrando come siano una band da palcoscenico e come sappiano trasmettere intense vibrazioni ed emozioni non solo da disco.

Piccola parentesi per il gruppo spalla, i georgiani Now It's Overhea", che hanno scaldato per bene (almeno per quanto mi riguarda!) il pubblico del Palais in attesa degli scozzesi.

Uno splendido concerto allora, di un ottima band, che fa delle ottime canzoni e che, secondo me, dovrebbe aver la fortuna di essere più seguita e valorizzata. Ma forse, il loro fascino sta anche in questo, nell'essere cioè una di quelle piccole grandi band di nicchia (seppur con un cospicuo seguito di fan) che se ne sta nell'angolo a tessere canzoni toccanti ed energetiche allo stesso tempo di cui solo in pochi se ne rendono conto.

Colgo l'occasione pure per segnalare l'uscita del disco "Ballads Of The Book", uno splendido disco nato dalla mente di Roddy Woomble e di Edwin Morgan che mette in musica (da molti della scena rock-folk scozzese) di poesie di poeti e artisti scozzesi. Bellissimo.

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