Io questo disco non ce l'ho, lo vorrei da decenni, so che esiste ma non lo cerco. Ho la presunzione che prima o poi lo costruirò mentalmente, un giorno vado al giradischi e lo trovo in mezzo agli altri come se fosse stato lì da sempre. Lo sfilo dalla copertina e, distaccato come se non fosse successo niente, lo metto sopra per farlo girare.
Della Contagion records, l'etichetta, ho un altro disco, un 12" che va a 45 giri degli Afterimage, "Fade In" si chiama, quando lo tocco mi conforta che tutto questo non è una fantasia. Ci sono due "canzoni" su internet che fissano l'aiuto mentale sull'esistenza dell'oggetto. I due pezzi sono clamorosi, i due pezzi mi risolvono definitivamente che il futuro, le novità, è un cerchio che si chiude: sentire traslazione temporale nel proporre novità su un disco del 1981.
Dix Denney & John Denney sono i fratelli che hanno concepito tutto questo, la loro mamma a loro li aveva concepiti gemelli siamesi, staccati alla nascita. Non è così ma mi piace pensarli così visto l'unione d'intenti che viene fuori dall'ascolto di quei due pezzi lì che ti fanno fantasticare sul resto del disco, creando un'oscura epica elettronica su quali buchi neri siano le altre composizioni. E non è la paura di restare delusi che frena l'andare a reperire il vinile, al contrario c'è il timore che il flusso del restante ti attiri in un punto di non ritorno di sperimentazioni con suoni primordiali che riverberano cibernetica analogica.
Quello che passa il convento va già oltre le aspettative e copre monacalmente la nostra parte sperimentale. La marzialità del rumore ti fa stare "in campana". Ci si ritrova in una grazia di Dio di cruenti reiterazioni trance dove la freddezza dell'ipnosi abbronza i nostri circuiti organici stimolandoli ad un abbandono spaziale in compagnia di una grandine di battesimi di detriti ogivali.
Drammatica assente è la resa sonora di una postazione cosmica che ha perso il contatto con la base Terra e crea un'epopea apocalittica di messaggi in bottiglie lanciate random ai confini tra gli universi. Si crea dunque una colonna sonora grottesca nel cangiarsi orrorifica, galleggiamento nel vuoto (a perdere) incluso.
Il risultato è omesso dal loop innescato che risplende la verità che su certe sperimentazioni "si stava meglio quando si stava peggio". Weirdos (the) chi legge...
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