Adoro i The Stooges ed il loro animale da palcoscenico Iggy, anacronistici riescono a tirar fuori tutto ciò che è insito nel Rock, un fuoco ancestrale che riesuma passioni a discapito di tutto il piscio musicale preconfezionato che oggi siamo costretti a sorbirci, mentre una società moscia induce complessi perdenti e genera schiavi...
Dopo il mezzo flop "commerciale" FUNHOUSE, che negli anni a venire sarà lì a rappresentarli invece come loro miglior progetto a dispetto di una cognizione di massa dissonante; nel 71 completa il nuovo quadro di sbandati, il quasi fresco di laurea James Williamson.
Adesso provate a chiedere ad Iggy chi cazzo fosse James ...forse l'iguana vi risponderà con un sorriso, ricordando i fottuti vecchi tempi da bohèmien in cui ci si fotteva la testa con qualsiasi roba, fosse anche la polvere dalle crepe sul soffitto o quella sul televisore, l'importante che stesse in un cucchiaio, ma questa è un'altra storia e poco importa, perché se all'epoca di sicuro l'album in epigrafe non inebriò le masse ne tantomeno la critica, ad oggi resta il precursore di quella che sarà la corrente punk rock negli anni a venire.
La band cambia più volte line up e si stabilizza definitivamente con i fratelli Asheton, ma stavolta Ron è relegato al basso per sostituire Dave Alexander (in seguito compianto R.I.P.) per un più valido Williamson alle chitarre.
Il gruppo riesce a trovare un "quasi" equilibrio, se non mentale almeno musicale, tra il muro sonoro spartano degli Ashton e quello californiano di Williamson, connubio che permetterà, dopo aver rotto le palle a mezzo mondo, di produrre nel 1973 l'album in argomento: RAW POWER.
Scaricati dalla Elektra, che li manda a puttane con tutta la loro tossicodipendenza, eroina a nastro; l'amicizia con un talentuoso ed ascendente Bowie porterà con sé gli esiti per questo nuovo progetto dei Iggy & The Stooges con la Columbia Records, mentre Williamson cura tutti gli arrangiamenti con chitarra.
Dai primi ascolti, si sente subito come l'album patisca il missaggio sordo e moscio dell'entourage di Bowie, che forse credeva di avere a che fare ancora con Ziggy Stardust, a discapito di quello voluto invece dallo stesso Iggy e invece boicottato dalla MainMan Management, agenzia con la quale Pop era sotto contratto.
Ma ciò non riesce a scalfire l'anima dannata che l'album preserva; una forte componente psychedelic acid rock, roba da far resuscitare i morti, ascoltatevi SEARCH AND DESTROY rimasta indenne dalle velleità di Bowie e GIMMI DANGER, entrambe antesignane di un rock incendiario che riecheggia ancora oggi nelle menti dei suoi figli.
Tutto è un tono sopra con la graffiante YOU PRETTY FACE IN GOING TO HELL e la sorda e lasciva PENETRATION, diverse tra loro ma legate da una essenza vintage intrisa di whisky & cigarettes, mentre la chitarra di un invasato Williamson, graffia le porte di una lavagna che urla le proprie capacità di distorsione, affilate come un rasoio sulla giugulare, confluendo in un audience fatto di continue tensioni.
Prende così vita per tutta la durata del progetto, un morso psichedelico alle palle, soffocato e claustrofobico, le cui asperità affilate come coltelli sembrano fare a fette tutto quello che gli passi accanto.
Ed è in queste prime battute che si rivela il nuovo mostro Stoogesiano, rinato dalle ceneri e da una morte, quella vera o almeno pronosticata, per Iggy & Co., che li avrebbe visti un po' tutti, almeno i più fortunati, in cura per i loro eccessi.
Un'antimateria della quale la belva si nutre, si espande, violenta e inumana respira e si addensa ingorda di quelle follie violente e di tutta la merda che un uomo possa essere in grado di generare nella sua flebile mente.
E adesso provate a chiederglielo a Iggy chi cazzo fosse James?....
A parte la TITLE-TRACK, che sembrerebbe tutto fuorché una dichiarazioni di intenti, dettata da scelte di produzione e missaggio mediocri.
I NEED SOMEBOY anche se la meno Stoogesiana dell'album, rispolvera dai propri stivali la terra di un lungo cammino metropolitano che ha bruciato migliaia di litri di alcool e sigarette nei fumi lisergici di bordelli e night bar in cui le follie notturne di Williamson sembrano maledire la luna.
Ma è con SHAKE APPEAL e DEATH TRIP che i ragazzi di Detroit continuano ad avvelenarsi di un rock hendrixiano selvaggio e cruento, mentre James "Teschio" Williamson infuria e non smette di scopare il proprio strumento di morte supportato dai tuonanti Ashton che adesso più che mai sembra vogliano far venire giù il soffitto.
Dopo alcuni mesi di tour, gli Stooges si sciolgono di nuovo nel febbraio del 1974, a causa della dipendenza dall'eroina del frontman.
L'ultima esibizione del gruppo verrà fissata sull'album Metallic K.O. nel 1976.
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