MUTATIS MUTANDIS «cambiate le cose (mutatis) che bisogna siano cambiate (mutandis)»

Non ha niente a che vedere con -cambiare le mutande, come in prima battuta potrebbe sembrare, ma è l'espressione latina appropriata per introdurre questo disco di Iggy Pop.

Definisco e circoscrivo, provo a fare una recensione (free) diversa.

-Iggy è cambiato nel corso del tempo, del resto è impossibile rimanere uguali.
-Iggy vale tanto quanto i chitarristi che lo hanno accompagnato nel corso della carriera.
-Iggy non è un poeta, tantomeno uno raffinato, è Iggy e basta, un nome importante e rispettato.
-Iggy è un cartone animato, si deforma, si allunga, si contorce, si spacca, ma non muore mai.
-Iggy è uno degli eroi della mia gioventù.
-Iggy e i primi Stooges sono un lontano ricordo, e i fratelli Asheton non ci sono più.
-Iggy è geneticamente modificato dalle distorsioni, e adesso si è rotto le palle di chitarre e amplificatori.

Accidenti, ma per tutto quello che ho scritto come faccio a recensire un disco cosi?

Mi vengono in mente gli Stooges, Ron Asheton e i velenosi riffs della chitarra… No Fun, I Wanna Be Your Dog, TV Eye… Poi James Williamson e quell’altare di Raw Power… La carriera resuscitata da Bowie con The Idiot e Lust For Life… Le prove incolori e qualche sprazzo di luce in American Caesar… Per ultimo la celebrazione di Josh Homme con il retroterra sonoro di Lust For Life…

-Iggy hai fatto questo disco per sentirti libero da cosa?
-Iggy non puoi uscire vivo da qui.
-Iggy ti amo uguale perché sei sempre Iggy anche nelle contraddizioni.

Ma Iggy Pop è un cartone animato?
Certe cose non cambiano mai.
Vado a mettere sul giradischi -Fun House- per sentire il fuoco del r’n’r.

Ciao.

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