Della serie "I grandi classici della letteratura italiana".

Di Ignazio Tranquilli (a.k.a. Silone) non avevo mai letto nulla. Non conoscevo la sua tragica storia familiare (madre e 5 fratelli morti nel terremoto della Marsica nel 1915, un altro fratello torturato a morte dai fascisti), né quella politica (prima rivoluzionario comunista, anti-fascista, poi socialista anti-marxista per diventare infine un disilluso ex-qualcosa), nè quella giornalistica (collaboratore de L'Avanti, La Riscossa, Information, etc...).

La storia di Luca Sabatini mi ha riportato all'Italia degli anni cinquanta contadina e ignorante di Carlo Levi, a quelle storie semplici ma profondissime di impegno sociale e morale. É un racconto di mala-giustizia, 40 anni scontati in carcere per un omicidio mai commesso solo per salvare l'onore di un Amore impossibile.

La verità viene piano piano a galla grazie al partigiano Andrea Cipriani, il "nuovo" politico che avanza, che con passione e tenacia scoperchia la classica omertà italiana e i silenzi vergognosi del clero mettendo con le spalle al muro un intero paese che "sapeva ma non voleva dire".

Un giallo che cerca, senza successo, di riaffermare il valore della giustizia, soffocata dai codici e dagli azzecca-garbugli di manzoniana memoria. Non esiste norma penale che possa giudicare i sentimenti umani, non esiste giustizia divina che possa garantire la certezza di pena. Ne "Il segreto di Luca", pubblicato nel 1956, tutti sono colpevoli: il popolo vile e ipocrita chiuso nei suoi pregiudizi verso l'ex-ergastolano, il parroco Don Serafino amico di Luca reo di aver insabbiato lo scandalo di un rapporto extra coniugale, il giudice del processo assiso sulla sua fredda giurisprudenza, lo stesso Luca capace di sotterrare la propria dignità pur di salvare l'apparenza del quieto vivere. Solo Cipriani regala quello slancio di ottimismo e quella voglia di fare per assicurare al "nostro" mondo un futuro più dignitoso ed equo.

É l'amore che pare trionfare, quel sentimento unico che fa volare e sognare, che é capace di scrivere la Storia come e quanto un grande eroe o statista.

É l'unicità dell'essere umano e dei suoi sentimenti a vincere contro tutto e tutti. Se poi a sottolinearlo con una prosa semplice ma precisa ci pensa un amareggiato ex-comunista, il valore di questo romanzo raggiunge livelli ancora piú inestimabili.

Capolavoro, da leggere.

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