Riecco Igorrr con un disco che è follia pura. Il poeta del marcio ci da dentro di brutto accostando il breakcore dai tratti più decerebrati con le tradizioni gitane, il grindcore più lercio con il gotico più soave, il death-metal con la musica classica, e ancora growl, grotteschi più che brutali, con vocalizzi tenori/soprani. Ai limiti del surreale "Nostril" è un lavoro -concettualmente- a metà strada tra i collage dei Residents, lo scazzo barocco dei Diablo Swing Orchestra e la malattia di quel profeta del trashume weird che risponde al nome di Otto Von Schirach (anche qui il concettualmente è d'obbligo, visto che quest'ultimo fa certo roba malatissima, ma lo fa con una tecnica, una complessità e una sperimentazione ritmica ben più nobile e che non ha eguali nel mondo dell'elettronica moderna, se non Autechre e l'amico Richard Devine).
"Nostril", che ricordiamo esce su una label ormai dal nome importante per la sperimentazione (Ad Noiseam), è una sorta di "Rossz Csillag Allat Szuletett" (il capolavoro di mr. breakcore in persona, ossia Venetian Snares) in versione presa per il culo; è un disco delirante, deviato, spastico, blasfemo e completamente fuori dagli schemi. Non si intravede un solo barlume di impegno che sia uno, ma quello che ne viene fuori, capolavoro o discaccio trash che sia, sono 43 minuti assolutamente da paura.
"Nostril" è il musical del ridicolo; la prima traccia, "Double Monk" è Zakir Hussain completamente fatto, è Goran Bregovic impazzito, sono i Cradle of Filth - giustamente aggiungerei - perculeggiati: piogge di casse distorte, tabla indiane ridotte a rumore inorganico, dirompenti balletti gipsy, mantra tibetani, sitar, banjo, chitarre distorte e sonate transilvaniche si susseguono casualmente in quello che è il delirio di un demente. Un breakcore frenetico, degno del miglior Aaron Funk, trascina ritmicamente quell'ammasso putrido di "Tendon" (riff di matrice greca, orchestrazioni slave di violino, deviazioni death, vocals malati e sconnessi) e le non meno rincoglionite "Excessive Funeral", "Unpleasant Sonata" (blastbeat tempestosi, ancora melodie vampiresche, organi liturgici, urla disumane che sembrano feedback di distorsione).
Il pazzo francese fa lo sgambetto agli Autechre più androidi su "Very Long Chicken" (dall'andamento dubstep) e ai vocali soprano-drammatici dell'opera lirica su "Caros", che intraprendono una dimensione più seriosa, subito smentita da "Melting Nails" (uno sbiadito campionamento di vecchio swing incontra un break 'drilleggiante' spaccosissimo), "Pavor Nocturnos" (schitarrate grunge, cantato che scimmiotta le band scandinave) e "Cruciform Dachshund" (c'è dentro ogni genere possibile) dove si passa da liturgie apocalittiche del tipo Elend ad altre depresse emuli di Tilo Wolff, per poi passare a tenori, urla cacofoniche su muri di chitarre e glitch di ogni tipo)."Half a Pony" è orgia tra Squarepusher, Beethoven e Agoraphobic Nosebleed, mentre in "Fryzura Konika" vi è un'improbabile incontro tra rumba latina, cori gotici, trip hop e drum'n'bass. E se credevate che il limite fosse sorpassato non resta che ascoltare i singolari 'generi' symphonic-shit (o power-scum o ancora gothic-puke) che Igorrr inventa sulle epiche orchestrazioni di "Moldy Eye", un apocalissi che preannuncia un nuovo mondo dove le strade sono fatte di rifiuti organici, il cielo è vomito e si mangiano bulbi oculari in piatti di detriti ossei con contorno di merda e piscio.
Di dischi malati in giro, specie in ambito breakcore, se ne trovano a iosa, e questo, personalmente, non è tra i più decerebrati che io ricordi, ma raramente ne ho sentiti di cosi prodotti egregiamente (tecnicamente davvero avanti, idee geniali seppur in un contesto demenziale, orchestrazioni notevoli, mai un campione fuori posto, bilanciamento perfetto tra elettronica/sperimentazione/acustica, mastering che rasenta la perfezione malgrado i numerosissimi suoni utilizzati) [non a caso Igorrr nasce come tecnico del suono] e la cosa si fa più interessante se pensiamo che questo personaggio ha alle spalle soltanto due dischi autopubblicati, e quindi, si tratta del debutto vero e proprio.
Sapete come Ad Noiseam definisce il disco sulla presentazione nel sito? Baroque-core: calza a pennello. Qualcuno lo fermi però!
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