IHSAHN - The Adversary

 "I will ascend above the heights of the clouds

  I will be like the most High"

                                                         IS 14: 14

Sentire l'oscurità.

Percepire negli abissi dell'anima il tormento di una esistenza ingrata, lo strazio della carne che si trasfigura nell'angoscia del pensiero incatenato, schiacciato dal volere dei potenti, annichilito dalla sua stessa diversità, dalla propria sentita "avversità". Ihsahn, cantante, chitarrista, tastierista e principale compositore dei compianti Emperor (oramai sciolti), ci accompagna per un intenso viaggio nei sentieri più bui dell'anima, alla ricerca di quell'individualismo e di quella determinazione interiore che possa permettere all'uomo di superare i grezzi limiti del banale sentire comune, e lo fa con un album bellissimo, perfetta prosecuzione di quella filosofia autarchica e grandiosa che aveva contraddistinto tutta la storia degli Emperor. Lucifero ("Anthems To The Welkin'At Dusk"), Icaro ("IX Equilibrium"), Prometeo ("Prometheus: The Discipline Of Fire And Demise"): fulgidi simboli dell'autodeterminazione umana, metafore emblematiche della rivalsa, passionale riscatto da tutte quelle "mani" che, nell'assurdità della legge e della morale precostituita, violentemente manipolano il nostro destino, le nostre idee, la nostra vita.

In ognuno di essi l'incarnazione musicale del "nero sentire", il verbo più profondo di quello che molti definiscono "Black Metal", ovvero la sublimazione artistica di quella visione elitaria ed intellettuale che solo pochissimi spiriti geniali ed inquieti hanno saputo cogliere.

Ma "diversamente" dalla moltitudine, il geniale Ihsahn ha saputo impregnare il "metallo nero" che permeava il suo storico gruppo, di una ricercatezza estetica, lirica e musicale, assolutamente fuori dall'ordinario, perfezionando passo dopo passo, album dopo album, una concezione del "nero sentire" sempre più intelligente e visionaria. Nel tempo molteplici seguaci di questo particolarissimo gruppo si sono visceralmente legati al primo (importantissimo) album, "In The Nightside Eclipse", disconoscendo però stupidamente e vigliaccamente i successivi lavori (citati innanzi), nei quali maturava in forma piena e concreta l'esperienza musicale estrema di Ihsahn e Samoth (secondo chitarrista e compositore). Un percorso di suoni violenti e feroci, ma anche poetici ed epici, intrisi di una spiritualità intensa e di un'umanità lacerante, nel quale un complesso Black Metal si fondeva perfettamente con la grandezza della musica sinfonica, ma anche con la visceralità del Death e con la malinconia del Dark.

Parallelamente alla dimensione infernale degli Emperor, il nostro Ihsahn aveva allestito un'altra giostra della follia creativa, un immenso proscenio alle più ardite sperimentazioni sonore ed ideologiche: il progetto "Peccatum" (accompagnato da sua moglie Ihriel), nel quale confluiva tutto il suo sconfinato talento musicale e, soprattutto, l'innato desiderio di scavare ed esplorare fino in fondo l'intero universo lirico-musicale del Dark. Dal corpo degli Emperor e dall'anima dei "Peccatum" prende vita questa sua prima opera solista, dove tutti gli strumenti (voci comprese, tranne la batteria) vengono abilmente plasmati dalle straordinarie mani del genio, in un connubio di idee ed emozioni indescrivibili. Agghiaccianti voci in screaming, madide di dolore e rabbia (nel classico stile Black), si confrontano con voci pulite e passionali, in un intreccio amoroso commovente, nei quali le chitarre, il pianoforte e gli archi si ritagliano spazi di armonia vitale, brillante intelaiatura dei sentimenti. Mentre un substrato ritmico assolutamente perfetto concretizza, nel marasma destruente tipico del Black, incursioni rock e cadenzati ritmi "classicamente" metal. Il tutto avviluppato in un percorso di suoni e liriche sicuramente estremo, ma al contempo variegato e ricchissimo di sfumature, pregno di grande sensibilità e poesia.

Impossibile soffermarsi sulle singole canzoni, tutte ugualmente splendide, complesse e sfaccettate, come del resto sembra ancora più banale spendere inutili parole per descrivere la moltitudine di forme musicali, espresse nella magnifica cornice visionaria del genio norvegese, laddove Rock, Dark, Gothic, Classic, Death, Black, Symphonic, Hard, Doom, Thrash, Progressive e molto altro ancora si fondono armoniosamente ed intelligentemente.

Sentire l'oscurità.

Percepire negli abissi dell'anima il tormento di una esistenza ingrata, lo strazio della carne che si trasfigura nell'angoscia del pensiero incatenato, schiacciato dal volere dei potenti, annichilito dalla sua stessa diversità, dalla propria sentita "avversità". Non tutti possono avvicinarsi a questa musica. Ancor di meno arriverebbero a comprenderla e ad amarla. Ma per quei pochi fortunati rimane un'esperienza sublime e profonda, sensibile e colta, immensa e sincera.

PS: Alla faccia di chi crede che il Black Metal sia solo urla, bestemmie, croci rovesciate, e musica suonata coi piedi!

Tracklist :

1. Invocation

2. Called by the Fire

3. Citizen

4. Homecoming

5. Astera ton Proinon

6. Panem et Circenses

7. And He Shall Walk in Empty Places

8. Will You Love Me Now?

9. The Pain Is Still Mine

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