"Amor, ch'a nullo amato amar perdona"

Quell'amore umanamente sconosciuto, quell'amore così puro, che se pur non ricambiato riesce a riflettere la sua dolcezza penetrando nell'anima, senza abbandonarsi nemmeno dopo la morte, dimenticato dall'oscurità. Paolo Malatesta e Francesca da Polenta amanti e adulteri in vita. Le loro anime delicate furono travagliate dalle sofferenze e dalle pene da quell'errata logica umana, inclinando ciò che giusto e ciò che è sbagliato, portando gli uomini a vedere i meriti attraverso le reazioni e le inibizioni causate dalla stessa soglia dei propri preconcetti che modificano le reazioni e la realtà della vita. E' così attraverso il V canto della "Divina Commedia" di Dante Alighieri che i nostrani "il Bacio Della Medusa" hanno tratto ispirazione per il loro secondo album, il concept "Discesa Agl'Inferi D'Un Giovane Amante" (Black Widow).

Un album maturo, romantico, passionale, un'alchimia di suoni e colori che trova confine tra il progressive e l'hard rock, attraverso arrangiamenti dalle tinte folkloristiche e testi pregni di intensità e di emozione. Tonalità che riprendono gli anni settanta, con un chiaro riferimento ai Deep Purple, PFM, Jehtro Tull e Pink Floyd. Un viaggio astrale immerso nella vicenda di Paolo e Francesca novellato e musicato con creatività e fantasia. Candida poesia giace nei meandri del concept, soprattutto grazie alla drammaticità espressiva di Simone Cecchini, una voce spettacolare per la sua capacità di farsi duttile, di destrarsi, di dipingere l'agonia, la speranza e il dolore che si posa sul ventre dei due amanti, trascinati nelle grinfie degli inferi dall'iniquità umana. Il livore, la malignità, il rimpianto sono i sentimenti descritti dal quintetto italiano illustrando un paesaggio logorato dal buio, ma cullato da un barlume di luce attraverso l'amore dei due giovani, costretti a lacerarsi dalle pene per via della "violenta bufera" narrata da Dante nella sua "Commedia". E' il connubio tra disperazione e armonia, tra amore e odio, un'anima delicata dal manto dolce e un'altra oscura rappresentata dall'acredine dell'uomo.

Arranigamenti orchestrali e stesure prevalentemente progressive ne fanno da cornice, anelati da un soffio di teatralità immersa nell'arte de "Il Bacio Della Medusa". L'amore reclama la sua liberazione, al raggiungimento degli eterei pinnacoli delle anime oramai circondate dalla loro dannazione. "Preludio:Il Trapasso" e "Confessione D'un Amante" sono la rappresentazione della filosofia del disco. Ballate languide e sognanti tra viole e voci soavi, alata e lirica è la poesia che scorre lenta in un panorama idilliaco, coltre la solitudine che si cela nei cuori di Paolo e Francesca. Sinfonismo, armonia, tecnica musicale e testi magniloquenti formano i capitoli successivi("La Bestia ed il Delirio","Recitativo: è nel buio che risplendono le stelle" e "Ricordi del Supplizio"), le chitarre classiche, il sax tenore, la voce di Simone, il flauto traverso di Eva Morelli, le chitarre di Brozzetti, la batteria, l'organo, le tastiere e il vibrafono di Petrini deliziano le marcie arcane orlate nella musicalità del concept. Lenti arpeggi, favolosi accompagnamenti classici decorano le meravigliose "Melencolia", "E Fu Allora Che Dalle Foamme Mi Sorprese Una Calda Brezza Celeste" e "Nosce Te Ipsum- La Bestia Ringhia In Noi". Allorchè il tema principale risorge "Epilogo: Conclusione della Discesa agl’Inferi d’un Giovane Amante" quei tasti di pianoforte che sanno di malinconia, il pianto di quella viola che non smette di suonare, i ricordi, i dipinti di quella vita terrena, l'amore mai dimenticato, quei corpi sinuosi sverzati dalle atrocità dell'uomo....

"Nel volgo ci cerchiamo ma il buio è fra noi, galeotto fu il libro nell'afa del meriggio, Francesca io ti amo, appoggiati al mio petto, vorrei che i tuoi capelli fibrassero su di me. La pena da annaspare per coglierti le mani, ricordi l'orrido ferro straziò le nostre carni, Francesca io ti amo per questa eternità...."
Il Bacio Della Medusa

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