Per gentilissimo omaggio di un mio grande amico ho potuto apprezzare questo splendido disco di un gruppo che, aimè, non ha la fama che merita. Il Balletto di Bronzo è uno di quei gruppi italiani caduti nel dimenticatoio (gli Osanna, i Trip, il Rovescio della Medaglia, chi se li ricorda?) che però prima di una tale sconsiderata sorte avevano, nel loro piccolo, dato qualcosa alla storia della musica. Il gruppo in questione aveva pubblicato due dischi: Sirio 2222 e il bellissimo Ys (addirittura per la Polydor!) che è un autentico gioiello di progressive di matrice italiana. A differenza dei loro colleghi più illustri (Banco del Mutuo Soccorso, Premiata Forneria Marconi, Perigeo, New Trolls) i Bronzi avevano esplorato più avidamente i sentieri di un prog decisamente più hard, andando a realizzare una notevole sintesi di hard rock di matrice britannica e un progressive romantico tipico delle band allora in voga. Il risultato, magistrale, lo si può apprezzare in Ys (1972), quando i nostri erano apprezzati da pubblico e critica mietendo successi.

Il disco di cui vado a parlare però è una perla rara. Innanzitutto è una tiratura limitata, uscito nel 1990 sulla famosissima rivista Raro!, e raccoglie del materiale scartato dal gruppo tra il 1969 e il 1970. La solita schifezza, penserete.

E invece no. Sul primo lato compare la bellissima Accidenti (un amore finito male...), un brano che comincia con un madrigale e continua con intermezzi di chitarra solista (un Lino Ajello semplicemente grandioso) con una melodia sognante ed evocativa. Ammetto che nelle parti cantate ricorda ECCESSIVAMENTE "A Salty Dog" dei Procol Harum e probabilmente è per questo che non è mai finita su di un disco ufficiale, ma sinceramente è un qualcosa che non guasta la bellezza della canzone. Il brano successivo è "Il Re del Castello", uno strumentale. Sempre sulla falsa riga dei Procol Harum più energici, Ajello da una prova di maestria chitarristica di cui il prog italiano, con tutta franchezza, ne aveva veramente bisogno. A chiudere il lato A la versione strumentale di Neve Calda, perla del pop italiano dei tempi che furono, appesantita per l'occasione e, secondo me, ancora più evocativa della versione cantata.
Il lato B è inaspettato, un vero bijou per collezionisti: le versioni registrate per il mercato spagnolo dei singoli del Bronzo fino ad allora usciti. Niente male no?

Se riuscite a trovarlo è un disco che vi lascerà stupefatti, non per altro perchè è materiale scartato! E la cosa da da riflettere... immaginate quanto può essere bello Ys!

Carico i commenti...  con calma