Molto ambiziosa l'opera di questo gruppo progressive italiano anni '70, che, abbandonate le sonorità prettamente beat e hard rock del primo album, con la sostituzione del bassista e del cantante, quest'ultimo sostituito dal talentuoso Gianni Leone, si cimentano in un concept che oggi è considerata una perla del progressive italiano.
Il concept si ispira alla leggenda medievale dell'isola di YS, un isola che fu sommersa in tempi remoti dall'oceano; e parla delle vicende dell'ultimo uomo rimasto sulla terra in cerca di qualcuno cui raccontare La Verità, ma che poi finirà per soccombere alla morte.
Il bravo Gianni Leone riesce a creare delle atmosfere tipiche della musica celtica medievale, per la prima volta in Italia, sfiorando molti generi, ma quelli che predominano sono il jazz e la classica, mixati con dei psichedelismi creati con le sue eccentriche tastiere, ma non mancano certo gli sprazzi di rock tirato e duro seguendo la scia del loro primo album.
L'unico punto debole dell'opera è sicuramente la voce di Leone, poco attinente a quello che vuole trasmettere l'album. L'album è composto da una lunga introduzione, seguono "Primo Incontro" (la traccia più pregevole), "Secondo Incontro", "Terzo Incontro" e infine un "Epilogo". Purtroppo Il Balletto di Bronzo si è sciolto dopo l'uscita di questo album, per motivi sconosciuti, ma il nostro Gianni Leone tenterà con successo (specialmente in Giappone) la carriera solista con lo pseudonimo di LeoNero.
Sinceramente consiglio questo album a qualunque appassionato di rock progressivo italiano e non, è un album che non stanca affatto a lungo andare, e, almeno nel mio caso, non riesco affatto a sentire le tracce singolarmente, o magari anche a saltare: se devo ascoltare questo album, lo ascolto dall'introduzione fino all'ultima traccia, senza interruzioni o salti, è così che si può cogliere perfettamente quello che vuole trasmettere l'opera.
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