Quello che ci ha portato a essere quello che siamo ora sono le nostre scelte. E se non le avessimo mai fatte? Se fossero solo virtuali? Se la nostra vita fosse solo una proiezione creata in un preciso istante di quest' ultima di fronte a una scelta che l'avrebbe modificata per sempre? Se fosse tutto solo una proiezione della nostra mente, se fossimo ancora bambini, se tutte le nostre scelte fossero solo immaginate in una gigantesca reazione a catena con valore di preveggenza? Il futuro forse non è mai arrivato, quello che pensiamo essere il presente è in realtà un futuro immaginario, noi viviamo ancora in quello che ora ci sembra il passato, mai cresciuti, bloccati in un limbo dove il nostro possibile futuro diventa realtà, dove abbiamo la possibilità di tornare infine indietro, di imboccare il sentiero opposto dopo aver sondato le possibilità che ci si presentano davanti, ponderare la scelta, sapere cosa ci aspetta. O forse no.
Non possiamo sondare tutte le possibilità che la vita ci offre, sapere cosa ci aspetta, sapere a cosa ci porteranno le scelte che non abbiamo fatto. Lo pensiamo, lo pensiamo e lo viviamo. Sarebbe bastato qualcosa di insignificante, e tutto sarebbe andato in maniera radicalmente diversa. Migliore. Peggiore. Non lo sapremo mai e magari lo spettro del rimorso e là in agguato anche quando non dovrebbe esserci.
Il Mare Di Ross è una delle distese d'acqua più fredde del pianeta. Ma è anche un gruppo Screamo italiano, della Sardegna per essere precisi, regione che a differenza della zona intorno a Forlì non è nota per aver dato i natali a qualche gloria della scena, che subito con l'Ep di debutto di quest'anno, Fin si è fatta notare come potenziale nuova punta di diamante del florido scenario Screamo della penisola.
"Acufene" inizia con un rumore di onde e con una brezza marina che presto alza i toni tramite una parte strumentale tagliente e acutissima con urla strazianti che catapultandoci in un abbraccio gelido e disperato. I tempi rallentano in "Il 14 Aprile Ero Ancora Vivo" con un incedere più lento e riflessivo, una disperazione diversa meno furiosa, ma forse ancora più cocente con vocals che si avvicina ai Saetia, ad un pulito sporcato sull'orlo della commozione.
La terza traccia è un' intermezzo strumentale con dialogo tratto da "Mr. Nobody". "Tu non esisti"
Con "Freddo Come il Mare Di Ross" si raggiunge l'apice del climax emotivo del disco con nevrotiche e convulse variazioni tra parti di chitarra che sembrano rappresentare un cielo finalmente per un attimo sereno ed una violenza ferale che supporta delle linee vocali strazianti e sofferte come non mai. Infine "Considerazioni sull'addio" ci ricorda quello che forse non volevamo sentirci dire: "Ogni inizio ha una fine".
Questo è Fin. 13 minuti. Tanto freddo. Un debutto pienamente convincente
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