Il percorso del Piccolo BU non accenna a rallentare, e nel tentare di rompere la cristallinità brillante di cui era intriso il disco d’esordio apre nuovi spazi sonori, decisamente più britannici. Dieci tracce a lenta maturazione, composte nel periodo pandemico che hanno visto la luce soltanto il 19 marzo 2022: sono passati quattro anni anni dal precedente long-play “Noi siamo del 2000”, e la band irpina ha preservato quanto di apprezzabile c'era nel capitolo discografico precedente aggiungendo nuovi elementi al proprio sound.
Il presente, suona una retro-wave malinconica e dal forte impatto: brani come “Menta”, “Va tutto bene” e "Stanza bianca" fanno scapocciare e muovere i fianchi, animando una dancefloor dal sapore vintage ma attualizzata con lucidità mentre "Balsamo" è la classica hit radio da ascoltare e ri-ascoltare mille volte. E se la dimensione sonora regala soddisfazioni, i testi non deludono certamente: il Piccolo bu ha storie da raccontare, sensazioni che vengono tramutate in parole e non stanno lì solo per evadere la dinamica “strofa-ritornello”.Ci sono contenuti, pezzi da ascoltare proposti attraverso un registro artistico proprio, sviluppato in tanti anni di musica: quattro musicisti che vengono dalla Campania ma condensano suoni internazionali in un manifesto artistico che non è stato progettato a tavolino per preparare delle potenziali hit alternative, ma che ha chiuso un cerchio dimostrando tanta coerenza. Di questi tempi, non è certo poca roba.

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