Mi trovo fra le mani un lavoro tristemente subordinato alle regole del "nu-mercato", ma come al solito con una produzione della madonna.
Questa è l'ennesima dimostrazione (vedi Incubus) che un buon livello di produzione non è sufficiente ad avvalorare la proposta di una band.

La ricetta degli Ill Niño è la seguente: prendere i riff d'impatto e la cattiveria dei Machine Head, tirare fuori il lato più tribale dei Soulfly/Sepultura e quello latino-americano dei Puya, in seguito aggiungere al tutto una abbondante quantità di melodie vocali/urla incazzose e, infine, utilizzare per la millesima volta quel pentolone tanto caro agli Slipknot mescolando con parsimonia…
Insomma, troppa canonicità che - dopo svariati ascolti - è causa di stati psichici molto vicini alla "nu-tribal-noia". Proprio come se non ci fosse null'altro da dire se non ripetere tutto ciò che già è stato detto qualche annetto fa da "Roots" in poi.

Nulla di nuovo, quindi, sul fronte nu-metal, a parte piccoli segnali di buona coagulazione di spontaneità/aggressività/folklore latino-americano come in Nothing's clear, gli scratch di Liar, e ancora l'elettronica di I am loco. Tutto il resto è un "deja-vù": manca quella componente di indipendenza che - a mio modestissimo parere - avrebbe sicuramente reso il prodotto più interessante.
La fase di acquisto di "Revolution/Revolucion" necessita a tutti i costi un antecedente fase di ascolto del medesimo.

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