Illusion Of Safety è il progetto isolazionista messo in piedi sul finire degli anni '80 da Dan Burke (artista d’avanguardia, proveniente da collaborazioni in esperimenti di musica concreta) intorno al quale di volta in volta si sono alternati vari componenti (tra cui Jim O’Rourke per il trittico di lavori dal 1990 al 1992) e quasi sempre in un numero non maggiore di tre.

In questo “More Violence And Geography” (1988) Burke scandaglia minuziosamente le profondità sonore che si possono ottenere dalla musica industriale, senza risultare chiassoso o violento (nonostante il titolo possa trarre in inganno) come gli album di altri gruppi del genere, coevi agli Illusion Of Safety… Nine Inch Nails, tanto per fare un nome. Il viaggio inizia con “Get In That Room Eliam” che è la trasposizione sonora della materializzare dell’iperspazio come entità fisica ai bordi della galassia… una dimensione parallela che diventa reale, abitata da elfi robot e drones umanoidi. Ma l’astronave su cui ci siamo imbarcati, entra in avaria ai confini remoti della mente in “Techmort” ed il suono buio e profondo dello spazio ri-echeggia inquietante in “Pain Event”, mentre dagli strumenti di bordo, arrivano indecifrabili segnali alieni con “Heal”. Usciamo nel vuoto per tentare di riparare l’avaria e le istruzioni via radio ci arrivano confuse in “Dead Girl And The Man” ma qualcosa non funziona e progressivamente ci allontaniamo… fino dentro il nulla. Nulla che viene violentato da echi di uno splendido passato, che sembrano uscire da un apparecchio radiofonico impazzito proprio dentro il nostro cervello, “Haydin And The Jets”. Con “We Can Now Tell You Two Things” ristabiliamo un difficile contatto con l’astronave, ma angoscianti suoni di implosioni ci fanno perdere progressivamente il flebile contatto ed il controllo sul sistema nervoso. Un’apparente perdita dei sensi è il viaggio onirico di “A Tragic Age – Your Fifteen Minutes Are Up” con echi lontani di guerre intergalattiche, esplosioni, raggi laser e lamenti di sirene bio-meccaniche. Il suono del nostro cuore androide è squarciato da voci aliene che discuto, sembra molto animatamente, fra loro ed un mantra ossessivo ed inquietante recitato da un’amazzone computerizzata, è frastornante in “Fade’N’Die”, con la progressiva deriva psico-fisica che è sublimata nella finale “3-20-88”. La ristampa della tedesca Die Stadt’s (2002) che ho fra le mani inserisce la bonus track “Unknown Quantity”, un live inedito del 1991, dove in poco più che undici minuti, Burke e soci sintetizzano tutta la produzione della band in un viaggio introspettivo ai confini della realtà. Unica pecca di questa fantastica ri-edizione è il cambio dell’artwork originale, copertina compresa.

Burke in questo suo primo lavoro su lunga distanza eleva a forma di arte la tecnologia applicata alla musica, con un uso massiccio di sintetizzatori e computers (ed i laptops non esistevano ancora), pur non disdegnando l’incursione di strumenti reali o bizzarre campionature di orchestre sinfoniche… qui il viaggio degli Illusion Of Safety è appena cominciato.

Elenco tracce e video

01   Get in That Room Eliam (02:45)

02   Techmort (03:10)

03   Pain Event (02:46)

04   Heal (03:40)

05   Dead Girl and the Man (Trunk of the Car Over the Weekend) (09:42)

06   Haydn and the Jets (02:18)

07   We Can Now Tell You Two Things (04:32)

08   A Tragic Age-Your Fifteen Minutes Are Up (05:09)

09   Fade-N-Die (02:08)

10   3-20-88 (03:06)

11   Brainstorm for a Day (19:54)

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