Sabato sera invernale in un bar di provincia di qualche annetto fa. Diffusori del Juke-box che vomitano a volume esorbitante un pezzo dei Cannibal Corpse, tavolo lercio e bisunto con sovrastante tappetino di birre scolate, e intorno un manipolo di sfavati cronici che scrutano il nulla tra la cappa di fumo che aleggia intorno. Ho reso l'idea della desolazione? Bene. Ci vorrebbe una scossa alla serata, un diversivo, un qualcosa che generi curiosità, in fondo basta poco... Tale diversivo mi si presenta nelle mani di un mio amico che, raggiante come un dodicenne dopo la sua prima eiaculazione, mi pianta nei padiglioni auricolari le cuffiette del lettore mp3. Lo stupore e l'ilarità pervadono il mio animo: stavo ascoltando per la prima volta il singolo "Muscolo Rosso" della nota attrice didascalica Ilona Staller, in arte Cicciolina, che, inspiegabilmente, non avevo mai avuto il piacere di udire.

Su Cicciolina credo ci sia poco da dire. O no? Origini ungheresi, modella in giovanissima età, appena maggiorenne si trasferisce in Italia dove conosce il fotografo Riccardo Schicchi con cui conduce un programma a tema sessuale su una radio privata romana dove chiama tutti con il vezzeggiativo "cicciolini", qualche particina in alcuni film erotici e non sul finire degli anni settanta, primo nudo in pubblico in Italia, primo seno nudo nella tv bacchettona (quella di allora) di casa nostra e un LP datato 1979 in pieno stile pop-disco con addirittura un pezzo di Ennio Morricone e un testo di Mogol. La svolta avviene negli anni ottanta quando, con il suo ormai pigmalione Riccardo Schicchi, fonda la casa di produzione e management "Diva Futura" buttandosi a capofitto (e aggiungerei anche qualcos'altro) nel cinema porno tout-court.

Il disco che vi propongo, cari ragazzuoli dal polso slogato, è il secondo 33 giri della nostra beniamina, giunto all'apice di una carriera artistica (e non solo) di tutto rispetto, come sicuramente ben saprete... Il disco infatti esce nel 1987 al culmine della sua popolarità e dopo l'elezione, nel 1986, alla Camera dei Deputati con il Partito Radicale, seconda nelle preferenze al solo leader Marco Pannella. Esce il disco, dicevamo? Non proprio. Andiamo con ordine. Il singolo che dà nome all'album uscì in tutta Europa tranne che in Italia a causa della censura nostrana che perfidamente decise di privarci di tale capolavoro. Altrove invece fu un discreto successo, soprattutto in Francia da dove giungevano le copie clandestine a prezzi non certo irrisori. I più fortunati di tutti furono gli Spagnoli che poterono gustarsi, unici in Europa, l'intero 33 giri. Sì, perché, inspiegabilmente, il disco in oggetto uscì solo in Spagna.

"Muscolo Rosso" (1987) - LP - Boy Records, missione: portare la pornografia in musica. Il disco è in effetti esplicito come pochi: niente giri di parole e via dritti subito al sodo, come nei film hard, appunto. Un orgia in musica tra gemiti, sospiri, invocazioni al membro maschile e l'esaltazione di varie ed amene pratiche tra le quali il cunnilingus, il pissing, il bondage e la fellatio. Si va da inni alla trasgressione come "Inno (Come un Angelo)" dal testo a tratti blasfemo ("Un inno alla trasgressione - è come un angelo che corre lungo la strada - mi schizza in faccia e vola via") a tratti passionale ("Sento il fuoco che mi brucia le vene... libidine, il mio vizio segreto che mi struscia e mi fotte di dietro") all'autocitazione di "Telefono Rosso" (è il titolo di un suo film, per chi non lo sapesse) passando dal sesso sado-maso di "Black Sado" con il lento incedere di un colpo di frusta a dare il tempo del brano, l'inno libertino libertario "Nirvana" (ovvero la pace dei sensi, da raggiungere con ovvie e varie pratiche) e i quattro minuti di gemiti e invocazioni su cacofonie elettroniche di "Perversion". Ma non manca nemmeno l'inno pacifista! Si tratta di "Russians" dove, in un momento storico quale la perestrojka, Ilona si erge ad alfiere mondiale della Pace grazie alla forza dell'Amore contro bombe atomiche e guerre nucleari. Vi è poi "Goccioline", un brano urticante come pochi con un sottofondo che melenso è dir poco e la voce da lolita sognatrice di Cicciolina (che risulta insopportabile oltre maniera) a decantare quanto è piacevole urinarsi addosso a vicenda.

L'apoteosi si raggiunge con un tris di brani che non esiterei a definire seminali per ogni buon cultore di musica trash. Sul mio podio personale metto al numero tre la cover di "Satisfaction" dei Rolling Stones con un testo un po' diverso... Al numero due "Animal Rock": un intro stile "Nella vecchia fattoria" dove si citano simpatici animaletti come il misterioso "Cazzo con Tre Palle" e poi via con un motivetto che ti entra nel cervello in pianta stabile con i suoi nitriti e abbai. Ovviamente al numero uno c'è il singolone riempipista "Muscolo Rosso" che invita a non stare con le mani in mano ("ehi tu, che sembri un manichino: tira fuori il c... duro: ti faccio un pomp...") e che si apre con la dovuta (per lei) sfacciataggine di chi appena eletto in Parlamento si sente, grazie all'immunità, autorizzato a poter fare di tutto ("Dopo le mie trasgressioni, dopo tutte queste emozioni, nessuno mi può fermare, non mi potete arrestare").

Ultima nota: le musiche sono composte dall'onnipresente Jay Horus, autore di tutti i brani e musiche per gli spettacoli dal vivo delle stelline dell'agenzia "Diva Futura" (quindi anche autore dell'intera discografia di Moana Pozzi, ma di questo potrei parlare in futuro).
Se volete farvi una, cento, mille risate e tirarvi un po' sù questo è il disco ideale. Vero e proprio Prozac in vinile dodici pollici. Non vi aspettate scariche di ormoni perché il tutto nel suo complesso, musica + testi + esecuzione canora, è talmente portato all'eccesso da suscitare prima sbigottimento poi ilarità, anche i gemiti che in altri contesti avrebbero scatenato la vostra passione per il Solitario.

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