Battles In The North è forse uno dei piú grandi album che la scena black metal norvegese abbia mai prodotto.
Non stiamo parlando di un semplice disco ma di un capolavoro che rientra a pieno merito nell'Olimpo dei grandi dischi del metal estremo. Anche se può non piacere come tipo di metal e anche se la produzione è veramente ORRIBILE (ma altri hanno saputo fare di meglio, prendiamo a caso... Mayhem? Dark Throne? "Burzum-zum"?) in quanto mette in risalto SOLO la batteria suonata da Abbath. Quest'ultimo, da bravo polistrumentista, si cimenta anche nel ruolo di bassista e di cantante (inconfondibile il suo screaming).
Un paio di giorni fa gli Immortal si erano sciolti, ma la Nuclear Blast (loro odierna casa discografica, prima erano sotto Osmose) gli ha detto: "Uhè ma che fate? Ci dovete fare guadagnare ancora un sacco di soldi" e cosí il presunto scioglimento della band si è trasformato come per incanto in una "pausa di riflessione" (ieri la notizia del definitivo scioglimento...).
Poveri Immortal.
Meglio ricordarceli quando vestiti da bravi black metallers sfidavano il gelo delle loro montagne (vedi splendida copertina, immortal su sfondo bianco innevato e splendide foto del libretto) con il loro classico panda-face painting, vestiti come se il clima fosse quello delle Maldive, quando tutto era piú "true" Norwegian black metal e quando gli Immortal erano davvero i migliori.
Riff gelidi, con la dose di melodia necessaria per rendere indimenticabili canzoni come Blashyrk, come la title track, o come Grim and Frostbitten Kingdoms, quando a causa della produzione si sentivano gli scazzi di Abbath alla batteria, comunque devastante, e quando non erano comandati a bacchetta da una casa discografica senza scrupoli che li ha portati alla rovina.
Poveretti fanno quasi pena.
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