Non vi farò il solito discorso enciclopedico sul sul Death Melodico di Göteborg, perchè ormai sapete tutto, vero? Esistono parecchie recensioni sull'argomento in questo sito, ma sono rimasto un tantino basito nel vedere che a questo disco nessuno ancora ci aveva pensato.

Gli In Flames sono molto noti nel giro metal, e ritenuti come tra i maggiori esponenti della scuola svedese degli anni 90. Tuttavia a parte questo primo album (e il successivo EP) ritengo che il loro sound insieme ai cugini Dark tranquillity sia un attimino distante da certi canoni di matrice death, che invece in gruppi come At the gates o Unanimated sono molto più marcati. Facendo un analisi più accurata, diciamo che in questi ultimi due prevalgono una certa influenza black e più lontanemante thrash, che li elevano un gradino al di sopra. Ma volendo spezzare una lancia in favore degli In Flames, c'è da dire che hanno avuto una carriera più longeva, e, per forza di cose hanno necessariamente cambiato e sperimentato il loro sound negli anni. Ci tengo a precisare per dovere di cronaca che la formazione che ha contribuito a questa release in realtà vede Mikael Stanne (successivamente singer dei Dark Tranquillity) dietro ai microfoni, e la band era ancora in cerca di stabilità per quanto riguarda la line-up. L'esordio del combo nordico nella versione qui da me recensita, è una ristampa comprensiva del loro EP "Subterranean" uscito qualche tempo dopo, ma nello stesso anno, il 1994, periodo in cui le altre formazioni da me citate avevano all'attivo già un discreto curriculum, e da qui in realtà deriva (ed è influenzata in parte) la mia preferenza per gli altri ad essere onesto. Tuttavia "Lunar Strain" rimane a pieno diritto una pietra miliare per tutti gli amanti del genere. Coincidenza ha voluto, che oggi all'arrivo del primo freddo (almeno da queste parti) lo abbia ascoltato, mentre andavo al lavoro e avevo bisogno di qualcosa che mi risvegliasse dal torpore mattutino del cielo grigio che dominava. Intento perfettamente raggiunto attraverso quei riffs malinconici e le melodie (termine da prendere sempre con cautela) avvincenti delle controvoci di chitarra che si sposano perfettamente agli elementi folk: non ci sono canzoni per rimpire gli spazi morti in questo disco, tutto è ottimamente composto e si sente che è stato fatto in modo spontaneo. D'altronde, si era alle origini di un certo movimento musicale e quindi la freschezza compositiva si avverte tutta, e l'album anche a distanza di anni non mostra il minimo cedimento. Le canzoni affascinanti sono tante ed in particolare la coppia "Everlost part. I" - "Everlost part. II" di rara bellezza. La prima, una sorta di ballad in mid-tempo dove ciò che colpisce maggiormente è la voce di Mikael. La seconda un bellissimo pezzo fatto solo di chitarre acustiche, e nel finale qualche elettrica, con voce femminile (Jennica Johansson) non eccessivamente alta, ma suadente e romantica nel suo incedere angelico.

Seguono i classici death, quali l'omonima "In Flames" e "Lunar Strain", e le riminiscenze folk di "Starforsaken" e "Hargalaten", quest'ultima un unico brano in stile classico, suonato unicamente da archi. Influenze che non ritroveremo mai più cosi marcate nei lavori successivi. Per quanto concerne invece "Subterranean", c'è da dire che musicalmente rimane sugli stessi standard dell'album che lo ha preceduto e contiene dei must assoluti per qualsiasi fan o meno fan a cui piacciono comunque un certo tipo di sonorità. In particolare, la sperimentale "Stand Ablaze", e "Ever Dying", che rimane una delle loro migliori composizioni di sempre, miscelando grandi parti acustico/melodiche a riff distorti che sostengono uno stile vocale dove il confine con il black è molto labile. La title track "Subterranean" invece preannuncia quello che sarà il loro modo di suonare in album successivi ("Whoracle" su tutti). Seguono poi l'acustica "Timeless" (questa un po' rimpitiva) e "Biosphere".

Chiudono il tutto due pezzi demo che ritroveremo nel successivo album "The Jester Race". Che io sappia, questo CD è l'unico modo per ascoltare anche l'EP "Subterranean", a meno che non vi appellate a San Download, in quanto è sold out da un pezzo e ovviamente non è mai stato più ristampato. Tra l'altro (fatto curioso) l'edizione asiatica contiene anche una cover dei Metallica ("Eye of the beholder"), strane scelte discografiche, chissà perchè. Buon ascolto a tutti gli interessati.

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