Nella sterminata discografia dei fratelli Humberstone l'album "L'Esprit" - pubblicato nel 1990 - rappresenta un apice mai più toccato. Quanto meno perché tutti gli altri lavori ben riusciti del duo in qualche modo sono figli de "L'Esprit". Quello che voglio dire è che questo meraviglioso album di musica ambient neoclassica (venato di sentori dark) è stato un po' una pietra miliare del genere e all'epoca non mancò di stupire e appagare più palati; anche quelli meno abituati a frequentare la scena indipendente europea. Le tracce musicali fortemente evocative che i due fratelli seppero produrre sono una summa di moduli classici propriamente detti rivestiti dal riverbero della cultura new wave. Non new-age, attenzione. Ho scritto new wave perché lì per lì il lavoro degli In The Nursery potrebbe sembrare attinente all'ondata mistica che proprio in quegli anni investì molti autori di musica colta strumentale. Qui però lo spirito della new-age in quanto tale non c'entra. "L'Esprit" è soprattutto un'opera intimistica e magniloquente che rilegge con la tecnologia di campionatori e sintetizzatori la scrittura delle sinfonie ottocentesche e del romanticismo da camera. Lo spirito è quello di una suggestione emozionale che in vari episodi dipinge con i suoni quadri di una bellezza disarmante.

Ascoltando brani come "At first sight" e "Azure wings" veniamo catapultati in una dimensione onirica - ma tangibile - in cui la musica è un tramite tra l'ascoltatore e le sue proiezioni subconscie. Senza l'artificio di sonorità futuribili, bensì utilizzando tutto il potere delle sezioni d'archi, dei cori, delle corde pizzicate. Paradossalmente una musica senza tempo che sebbene debitrice a una tradizione del passato riesce e collocarsi nel presente senza sembrare "vecchia". Cosa che i due fratelli, nel tempo, hanno saputo sfruttare al meglio in numerosi altri album. Certamente tra alti e bassi, ma con una coerenza formale che ha consentito loro di conquistarsi grande stima di un ampio pubblico in modo trasversale.

"L'Esprit" è il disco che metti su quando hai bisogno di rilassarti, ma anche quando hai voglia di sentire la mente stimolata. Non ha nulla di ridondante e di barocco, nemmeno nei suoi momenti dal sapore più trionfale come nell'incipit di "To the faithful" o in "Retaliation". Disco consigliato senza preconcetti a chiunque creda ancora nel potere della musica a prescindere dalle epoche e dai generi.

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