Spinta dalla voglia di provare a recensire un qualsiasi album musicale preferibilmente sconosciuto sul sito di DeBaser, vado a rovistare un pò tra la mia collezione... Ecco che durante la ricerca adocchio A Fair Dream Gone Mad, primo e unico disco della band californiana In The Silence pubblicato nel 2012 che qualche tempo fa consumai.
Sull'album in questione, il quartetto di Sacramento suona un Alternative Prog. Metal le cui sfumature gotiche e sonorità possono grossomodo ricordare lo stile dei Katatonia di Viva Emptiness, anche se in chiave decentemente più malinconica.
Come suggerisce il titolo, A Fair Dream Gone Mad è nel complesso caratterizzato da atmosfere sognanti che arano il terreno per dei veri e propri muri di suono, tanto chiassosi quanto evocativi. Alla voce il protagonista è Josh Burke, il cui timbro caldo e armonioso si rispecchia in maniera esaustiva alle tematiche trattate all'interno dell'album: romanticismo, oscurità, morte, ricerca della verità, ecc...
Ad aprire le danze è Ever Closer, un pezzo dalla ritmica piuttosto veloce e incalzante ove è possibile assaporare la tecnica sopraffina del batterista, Niko Panagopoulos. A seguire 17 Shades, brano che presenta delle lyrics molto profonde da cui vorrei anche estrarre una frase in particolare: "You're still trying to find the truth you buried inside..." - la seconda traccia rappresenta presumibilmente la punta dell'iceberg a livello di songwriting per quanto concerne l'album in questione. Introdotta da una veloce chitarra acustica Serenity è la successiva, condita con piacevoli arpeggi Doom Metal e sfumature vocali che potrebbero far venire in mente i dredg di El Cielo. Il titolo del quarto pezzo è Beneath These Falling Leaves che, come da titolo, riesce ad evocare all'interno della mente dell'ascoltatore un vero e proprio paesaggio autunnale. Protagonisti assoluti di questi sette minuti sono Burke, che qua assume una tonalità di voce quasi piangente, e il chitarrista Nate Higgins, che esegue un assolo coi fiocchi. Close To Me è una pacifica instrumental track che svolge il ruolo di ponte tra il brano precedente descritto poc'anzi ed Endless Sea; quest'ultima con tutte le probabilità la parte più debole di A Fair Dream Gone Mad, in quanto abbastanza ripetitiva. A sistemare tutto in ogni caso è la strepitosa All The Pieces, il cui fiore all'occhiello si raffigura nell'echeggiante muro di suono, senza nulla togliere all'assolo sfoderato dalla chitarra di Higgins. A chiudere l'album è la particolare Your Reward, che potrebbe far pensare a un miscuglio tra Alice In Chains e Opeth.
Ora, durante la lettura vi sarete indubbiamente chiesti: "...e il basso?". La risposta a questa domanda è semplice poiché Dennis Davis, il bassista della band, fa l'indispensabile ovvero niente di eccessivamente encomiabile.
In conclusione, mi è d'uopo consigliare A Fair Dream Gone Mad ai fan di gruppi musicali come Katatonia, dredg, Opeth e Agalloch.
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