Quello che mi accingo a recensire è un capolavoro, una perla che qualsiasi fan del Death Metal deve avere, "Onward to Golgotha" degli statunitensi Incantation.

Devo dire che recensire un album che comunque ha fatto la storia del mio genere preferito è assai difficile, non ci si può limitare solo ai particolari strettamente tecnici. Siamo nel 1992, uno degli anni più incredibili nella storia del Death Metal, che vede anche la nascita del Brutal Death Metal. Se molte band in quegli anni raggiunsero la fortuna, come Obituary e Morbid Angel, altri rimasero sempre più un fenomeno di nicchia, venendo considerati da poche persone. Gli Incantation sono uno di questo, ma mai si sono tirati indietro, e infatti tutt'ora pubblicano dischi su dischi, e sono sempre rimasti fedeli al loro stile e al loro genere, un grezzo e sporco Death Metal. Per quelli come me infatti che non amano la melodia applicata a questo genere, e poche volte considerano giuste le sperimentazioni di certi gruppi, gli Incantation sono degli idoli assoluti. E quest'album lo dimostra in pieno.

La canzone "Golgotha" apre l'album con un riff tagliente e brutale, sfociando poi in un growl bassissimo di John McEntee, cantante e chitarrista della band. La velocità non è comunque l'unico elemento di questo album, che vanta anche di parti molto più Doom, con un atmosfera creata in modo impeccabile dalle chitarre e dal basso. Il modo di suonare dei 4 è grezzo, sporco, lo scarso uso di tecnicismi è solo adottato per creare l'atmosfera marcia che ogni album di Old School Death Metal dovrebbe avere. Le ritmiche di batteria sono incentrate su primordiali blast beats accostate a sfuriate di doppia cassa negli stacchi, la voce di McEntee è veramente oscura, bassa, non incentrata sulla potenza come molte altre voci Death Metal. I temi trattati sono, come si può dedurre, satanici e anticristiani, la band tratterà di ciò in ogni suo album, una vera passione per l'offesa alla religione altrui. In questo gli Incantation sono molto somiglianti alle Band Death Metal europee, provenienti all'80% dalla Svezia, che in quegli anni pubblicavano valanghe di demo e, se riuscivano, Album di studio che sono entrati nella storia. Eh si perché, anche se lo scetticisimo della maggior parte di voi Debaseriani crede questa un'affermazione ridicola, molti di quegli Album o Demo sono estremamente ricercati dai cultori di questo genere, nonostante le band si siano in gran parte ormai sciolte e ogni loro traccia è stata spazzata via dal tempo.

Seminale, solo questo si può dire di questa band e di questo cd.

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