La prima volta che ho ascoltato "Don't you worry about a think" interpretato da Maysa, vocalist degli Incognito, me ne sono innamorato. Il conseguente acquisto dell'album che lo conteneva, "Tribes vibes and scribes", è stato l'inizio del mio viaggio nell'acid jazz.

Era lo stesso periodo (1993), in cui uno sconosciuto Jamiroquai, che ancora non si poteva permettere nè Ferrari nè coca, dava alla luce "Emergency on planet Earth", apice assoluto e ineguagliato della sua carriera. Ho creduto di trovarmi di fronte ad un genere musicale appena nato, l'Acid jazz appunto (e non capisco il perchè di questo nome, visto che di acido non ha nulla... ). Ma un giorno un disco in mid-price dal nome accattivante: "Jazz funk", ha attirato la mia attenzione. Più che un titolo, una dichiarazione di intenti.

"Jazz funk" è esattamente ciò che viene suonato nel disco. L'ho ascoltato e mi "suonava" ancora moderno; ho pensato che non potesse avere troppi anni alle spalle. Invece, con sorpresa, ho scoperto che è stato stampato nel 1981, in piena new wave e mentre la discomusic era in fase discendente. Èil primo album della lunga storia degli "Incognito" e del suo leader Jean Paul "Bluey" Maunick, Chitarrista londinese chiaramente ispirato ai mostri sacri del soul e del funk come Stevie Wonder, Earth Wind & Fire, Steely Dan. Paragoni azzardati, forse, ma queste influenze si sentono tutte.

Chitarra funky, perentori giri di basso, fiati e tastiere, sprazzi di percussioni latin, assoli magistrali tutti amalgamati in una corale jam session, con uno sguardo al passato ed uno al futuro. Un disco quasi completamente strumentale e le voci utilizzate principalmente per i cori. La prima traccia "Parisienne girl" è un capolavoro assoluto. Lo scarno booklet del cd contiene solo i titoli delle canzoni e del produttore.

Ma non lasciatevi ingannare, la musica sarà molto più esplicativa di mille parole. Let's funk!!
Genere: Acid Jazz

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