" It's about time we infected them"

Parole sante. Uno degli incipit musicali più da brivido che abbia mai sentito in vita mia.

Perché quando entrano le frequenze immensamente basse e distorte, quelle che ti entrano letteralmente "dentro", sprofondo, mi lascio andare...  un'esperienza allucinogena e totalmente fuori controllo, e del tutto senza via di scampo.

Il beat della cassa, morbido, potente e costante, mi trascina in un viaggio senza precedenti, e il legame sonoro che crea con le trame tessute dai synth folli e impregnati d'acido è un qualcosa di inimmaginabile. Immerso in quest'alchimia musicale, avulso dal mondo, avverto onde diverse... echi classici ma resi più vivi da una linfa nuova, mi ghermiscono e trascinano via.

"Bust A Move" è la quintessenza della trance, un caposaldo imprescindibile, e sicuramente la summa di questo album.  Basta la presenza di questa traccia per rendere gloria a questo terzo lavoro degli Infected Mushroom, edito nel 2000 e ultima uscita "trance" nel senso stretto del termine del combo israeliano.

Nonostante ciò le contaminazioni musicali, che troveranno maggior espressione nei dischi successivi, cominciano lentamente ad affiorare in tracce come "None Of This Is Real", meraviglioso ibrido fra un marcissimo doom metal e una base technotrance d'assalto, o "The Missed Symphony", dove le influenze classiche sono se possibili ancor più evidenti che nella traccia d'apertura.

Le tracce restanti, invece, si dimostrano molto più legate ai canoni delle sonorità trance, specie in "Nothing Comes Easy" o "Mushi Mushi", gelide progressioni ritmiche con lontanissimi richiami alla goa (in particolare in "Nothing..").

Infatti, ascoltando questo lavoro, ho avvertito spesso sensazioni di "gelo", freddo, sideralità... spazi desolati, e fughe verso l'infinito, viaggi diretti chissà dove; la cerebralità quasi diabolica che si avverte nei pattern inarrestabili dei brani è affascinante, ma allo stesso tempo fa paura.

L'unica eccezione è rappresentata da "Sailing In The Sea Of Mushroom", che comincia in modo "simpatico", salvo poi sfociare nello sviluppo finale nelle caratteristiche già precedentemente evidenziate (tra l'altro, il titolo potrebbe sembrare un omaggio ai Primus e alla loro opera maggiore... pura coincidenza?)

Non ho reso giustizia a ogni brano dell'album, fornendone una descrizione dettagliata, per non tediare il pur scarsissimo (già lo so) pubblico che pazientemente leggerà queste scarne righe; il mio intento principale, infatti, era quello di caratterizzare il lavoro nei suoi aspetti più generali e, al massimo, evidenziare le creazioni più notevoli. Ciò non toglie comunque che i brani da me "scartati" non siano degni di nota, anzi, nel complesso risultano di rilevante importanza; senza di essi il tutto sarebbe certamente privo dell'atmosfera maledetta emanata da questo album.

Per concludere, "Classical Mushroom" rappresenta appieno, assieme a "The Gathering" e al successivo "B.P. Empire" , una triade ideale della trance, tuttavia con l'inserimento di spunti nuovi e originali, ripresi poi a posteriori.

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