Meno male che c'è Taschen.
La famosa casa editrice tedesca infatti, mette a nostra disposizione libri d'arte veramente ben fatti a prezzi incredibilmente bassi. Le "creazioni" di casa Taschen sono di fatto godibilissime e c'è da perdersi tra le pagine del suo sterminato catalogo. Dobbiamo dire grazie, dunque, a questa casa editrice che è stata la prima a portare l'arte nelle librerie di tutto il mondo, rendendola così accessibile a tutti, con dei volumi meravigliosamente curati e concepiti con un attenzione veramente ammirevole. L'arte di conseguenza, entra nelle case di tutti coloro che desiderano ammirarla, riconoscendola come un dono prezioso.
"Il primo figlio di Theodorus e Anna Cornelia Van Gogh nacque morto. Esattamente un anno dopo, nel 1853, e lo stesso giorno, il 30 marzo, venne alla luce un altro figlio, che sopravvisse. Fu chiamato come il primogenito, Vincent Willem [...] Fin dal primo giorno, quindi, la vita di Vincent fu segnata da una triste coincidenza [...] Numerosi psicologi non mancarono di sottolineare che questo bambino, in un certo senso, era venuto al mondo nell'anniversario della propria morte e videro in ciò la radice dell'inclinazione dell'artista al paradosso"
Sono queste le angoscianti e dolorosissime parole che spalancano le porte della narrazione. La storia che l'autore cercherà di raccontarci è quella di Vincent Van Gogh. L'odissea spirituale di un uomo che ha cercato disperatamente, per tutta la vita, le radici su cui poter costruire una vita umile ma allo stesso tempo felice. Un'artista instabile che ha cercato freneticamente una irraggiungibile stabilità illusoria, restando fedele a uno stile di vita che non perdesse mai di vista gli obbiettivi morali che si era imposto. Un uomo che non ha mai smesso di "cercare" insomma, anche a costo di sacrificare così tutto se stesso, inseguendo con intatta innocenza, la via della salvezza.
"La sua vita fu un unico insuccesso. Aveva fallito in tutti i campi che avevano importanza per la società della sua epoca: era stato incapace di fondare una famiglia, incapace di provvedere al proprio sostenimento, persino incapace di mantenere dei contatti umani"
Vincent Van Gogh, con le sue debolezze e con le sue sconfitte, è la perfetta rappresentazione dell'uomo inteso come essere vulnerabile schiavo dei sentimenti e delle illusioni. L'uomo concepito come forma di vita originale, fragile e quindi mai infallibile. Questo ci comunica Van Gogh coi suoi dipinti, lasciandoci entrare nel suo mondo ricondotto, con fatica, allo stato originale, ripulito dal superfluo che ci impedisce di essere uomini. Van Gogh ci mostra la via dunque, senza essere in grado di intraprenderla personalmente; sacrificando così se stesso e la sua integrità mentale e fisica:
"E per il mio lavoro, dunque, metto in gioco la mia vita, mentre metà della mia ragione già vi è andata di mezzo"
Van Gogh si concede completamente alla sua arte, si denuda miseramente dinanzi ad essa. Mentre osserviamo un ubriaco perso nell'assenzio, un fiore reciso, delle scarpe sudice o una panchina vuota, non stiamo guardando nient'altro che la rappresentazione spietata che l'artista fa di se stesso. La dolorosa e più che mai reale rappresentazione della miseria dell'uomo.
"Van Gogh, Tutti i Dipinti" non è solo un preziosissimo e insostituibile volume che racchiude per la prima volta, nelle sue dimensioni relativamente ridotte, tutta l'opera del pittore più influente e rivoluzionario dell'arte moderna. E' molto di più. Infatti i testi e le analisi degli autori (Ingo F. Walther e Rainer Metzger) compongono, capitolo dopo capitolo, una vera e propria biografia in cui si tenta di ricostruire e analizzare tutte le fasi artistiche e personali del pittore olandese con una profondità e una sensibilità fuori dal comune.
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