Premessa : quella che mi sto apprestando a scrivere è non solo la prima recensione che scrivo su questo sito, ma anche la prima che ho il coraggio di buttare giù per intero e senza fermarmi e cancellarla con uno scatto d'ira al primo aggettivo che non riesco a trovare... inoltre non sono un esperto di musica, soltanto un appassionato, quindi siate clementi :D
L'album di cui ho deciso di parlare è "Human Again" della cantautrice indie pop/folk americana Ingrid Michaleson.
Quinto album dell'artista, interamente scritto da lei, "Human Again" si distingue secondo me dai precedenti dischi per lo stile più pop che si percepisce ascoltandolo. Tuttavia parliamo di un pop molto curato soprattutto negli arrangiamenti (caratteristica ricorrente degli artisti indie) e che non cade nella banalità che ultimamente, purtroppo, il panorama musicale pop ci offre.
L'album si apre con la traccia "Fire", tra le più movimentate e coinvolgenti del disco, il cui ritornello rimane da subito in testa all'ascoltatore, spingendolo ad andare avanti nell'ascolto.
Si prosegue con "This Is War", brano che parte in maniera composta per poi esplodere in un ritornello che riesce ad avvolgere e catturare chi ascolta grazie ad un tappeto musicale ottimamente costruito.
La terza traccia è "Do It Now", forse tra i miei pezzi preferiti del cd. Oltre ad essere, a mio parere, un'altra piccola perla, trovo apprezzabile anche il testo, semplice ma diretto.
A questo punto ci imbattiamo in un pezzo diverso dai precedenti, "I'm Through", che, struggente e malinconica, non può fare a meno di emozionare.
"Blood Brothers", quinta traccia, è tra i pezzi meglio riusciti del disco, coinvolgente, fresca ma non banale. Inoltre la voce di Ingrid in questo pezzo mostra molte delle sue sfumature.
Il sesto e il settimo brano "Black and Blue" e "Ribbons" sono brani paragonabili ai primi dell'album : dal ritmo veloce, immediate e ben scritte.
"How We Love", ottavo pezzo del disco, è, a livello musicale, tra i migliori dell'intera discografia di Ingrid Michaelson, pacato ma comunicativo. Parla della voglia di amare creando metafore piuttosto elementari ma efficaci.
"Palm of Your Hand", nona traccia, risulta tra le meno immediate del disco, ma anche questa è ben scritta e musicata.
Il decimo pezzo è il singolo che ha preceduto il disco: "Ghost". A disco uscito ci si potrebbe chiedere perché proprio questa scelta, ma anche questo per questo brano non c'è nulla da rimproverare ad Ingrid : ben composto ed evocativo. Forse unico punto debole il tema del brano, che inizia a stancare, visto che, non solo i suoi brani, ma anche molti altri di artisti di questo genere parlano troppo spesso della fine di un amore.
"In the Sea" è il brano che segue. Un po' sottotono, rende, secondo me, la fine del disco un po' pesante.
A risollevare la situazione, conducendo alla fine di questo Human Again, ci pensano le due tracce finali ovvero "Keep Warm" e "End of the World". Entrambe le tracce creano un'atmosfera molto particolare. La prima, quasi onirica, di una classe rara, è eccellente dal punto di vista musicale, mentre la seconda, con l'esplosione del ritornello, trascina l'ascoltatore in un mondo a parte, emozionandolo non poco. Fantastica ed evocativa da ascoltare di fronte ad un panorama vasto e naturale.
Insomma, "Human Again" è un disco leggero, vario, ben scritto, dal gusto spiccatamente indie e tendente al pop, da ascoltare senza troppe pretese. La parte di cui godere maggiormente è quella musicale, con arrangiamenti molto curati, in quanto, come per parte degli artisti indie, i testi non sono la parte più originale.
4/5
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