Gli incubi e i succubi sono dei demoni che, di notte, visitano i primi le giovani fanciulle ed i secondi i maschietti, insidiandosi sotto le loro lenzuola e approfittando, quindi, del loro stato di incoscienza per unirsi carnalmente a loro.
Oltre a questi demoni affamati di sesso (ma chi non lo è, d'altronde), Inkubus Sukkubus è il nome della band di rock gotico inglese, forse, più famosa degli ultimi anni. La caratteristica principe del gruppo è l'amore per il paganesimo, la cultura wicca e di tutto ciò che ruota intorno al culto esoterico naturale.
Tutta la loro discografia è, infatti, pervasa di streghe meretrici, di esperimenti magici connessi alla natura, di vampirismo, di satanismo ma non fine a sé stesso ed usato come esca per attirare le simpatie degli adolescenti, ma inteso proprio come una dottrina da adorare con relativi dogmi ed annessi rituali. Insomma, nell'annoso dilemma che si propone periodicamente riguardo ai numerosi gruppi che trattano di questi temi, secondo cui ci si chiede se ci sono o ci fanno, per gli Inkubus Sukkubus la risposta è scontata: ci sono.
Ed è questo, a mio avviso, il grosso limite di Candia Ridley, affascinante vocalist e provocante succube che si muove sinuosa con i suoi mini vestiti neri sul palco, e di Tony McKormack, musicista polivalente amante, come del resto Candia, e studioso del neopaganesimo. I due sembrano così convinti che, alla lunga, finiscono per perdere credibilità. Insomma, dopo oltre un decennio mi sembra anche il caso di variare un po' i temi dei testi e di ringiovanire l'immagine del gruppo.
Anche musicalmente, si potrebbero fare le stesse considerazioni, dato che tutti i loro dischi, alla fin fine, sembrano molto simili tra loro. Parlandone di uno, vi parlerei praticamente di tutta la loro produzione.
"Vampyre Erotica", ad esempio, è sicuramente un buon lavoro caratterizzato da intense cavalcate gothic rock ("Heart of Lilith", la title track, "Hail the Holly King", "Wake of the Christian Knights"), con sottofondi di campane minacciose e tappeti di tastiere horror, e da pezzi più classicheggianti e sinfonici ("Hell-fire", "Whore of Babylon"). Molto bella ed apice dell'album per chi vi scrive, poi, è la dolce ballata folk "Sweet Morpheus", in cui eccelle il canto melodioso del demone - sirena Candia Ridley.
Alla lunga, però, le canzoni finiscono, come già detto, per assomigliarsi tutte, così come stanca il continuo riferimento nei testi a demoni, fate, vampiri e chi più ne ha più ne metta.
Insomma, per chi è amante del genere, sicuramente è una band da tenere d'occhio, ma in tutta sincerità non li consiglierei ai novizi per avvicinarsi a questo tipo di musica.
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