In quel genere martoriato dal confronto con i capolavori del passato, distrutto ormai dalla critica mondiale e additato anche pregiudizionalmente come il power metal, c'è ancora qualcuno, qualche band che nel bene e nel male prova a mettere in musica la propria voglia di emergere. Loro, i quattro membri che formano la band Instanzia, proveniente dal Quebec, regione del Canada, hanno fatto parlare dopo l'uscita del loro debut album intitolato "Ghosts".
L'album in questione risponde a tutte le caratteristiche tipiche ( e ormai stereotipate aggiungerei) del power metal. Stiamo parlando della presenza di tastiere di sottofondo, velocità d'esecuzione, doppia cassa a dettare legge, melodia. Eppure, nonostante tutti questi stilemi, la band riesce a sollevarsi dall'abisso dell'anonimato grazie soprattutto alla voglia di poter emergere attraverso una ventata di freschezza da portare all'interno di questo modo di suonare il metal.
Dopo le numerosissime delusioni di questi anni per quanto riguarda il power mi sono accostato a quest'opera con diffidenza, neanche troppo attratto da una copertina e da un booklet ben curato. L'indiferrenza (e i pregiudizi) che mi sono sorti nei confronti di questo genere, mi inducevano a rifiutare l'ascolto di "Ghosts". Dopo aver ascoltato in giro alcune buone impressioni riguardo questo debut album, ho deciso di dargli una chance e seppur non rappresentando niente che possa far gridare al miracolo, è un buon lavoro di moderno power metal. Esempio lampante di tutto ciò è rappresentato da "Ghosts of the past" in cui emerge soprattutto il gusto per la melodia e la centralità del chorus, elemento fondamentale degli Instanzia. Altri ottimi esempi di power metal sono "Charming deceiver", "Power of the mind" e "Heavenly hell". Tutti pezzi in cui emergono le buone doti tecniche del combo, in particolare la voce vellutata del cantante Alexis Woodbury, che consapevole dei suo mezzi evita di imitare l'ugola cristallina di Michael Kiske. Menzione supplementare va alla conclusiva "The desert fox", ispirata alla "Volpe del deserto" Erwin Rommel, uno dei più conosciuti generali e strateghi dell'era hitleriana.
"Ghosts" è quindi un buon album di metal sinfonico, che possiede tutti quegli elementi ormai abusati dalla miriade di bande clone nate negli ultimi anni. Gli Instanzia riescono però in una formula avvincente, che ha nella semplicità la sua forza. Dategli una chance.
1. "Omen" (2:29)
2. "Ghosts Of The Past" (5:07)
3. "Power Of The Mind" (4:51)
4. "Charming Deceiver" (4:46)
5. "Heavenly Hell" (8:49)
6. "A Genius Who Believes" (6:12)
7. "The Key" (4:14)
8. "The Desert Fox" (11:12)
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