"Quattordici canti dall'inferno". Così titola il libretto allegato a questo disco. No, niente draghi, niente demoni e niente sexy satanasse. Vi piacerebbe trovarvi di fronte al solito disco metal infarcito di archetipi sulfurei e luoghi comuni?
E invece ci troviamo al cospetto di una "rock 'n' roll band" (come direbbe il buon Camerini) proveniente, e qui son dolori, dal circuito dell' estrema destra romana dei primi anni '90. Intolleranza: un nome che suona come una dichiarazione di intenti.
"Sei un fascista!" - "Dopo i Janus recensisci pure questi?", "Chi vuoi prendere per il culo?", "E noi dovremmo leggere quello che scrivi su 'sta porcheria?"
Una cosa alla volta! Fascista non lo sono ma, nonostante questo mia distanza dall'estrema destra, non ho alcuna difficoltà nell'ascoltare musica in grado di farmi saltellare. Come dite? I testi? Quelli, anche nelle canzoni di bands apolitiche o cazzare, fanno quasi sempre pena. Gli Intolleranza, almeno, non sciorinano frasi razziste e, nonostante certo DETESTABILE nostalgismo, filano via senza molti problemi.
Lo stile non è, come potrebbe sembrare, del grezzo e minimale Oi! Rac ma, piuttosto, una fusione tra punk, rock 'n' roll, hard e certi riffs che tanto devono ai Motorhead. Tutto qui? Veramente c'è anche un esperimento crossover-rap (!) e una ballata medievaleggiante. Un disco eterogeneo anche se costruito in maniera un po' confusa. La registrazione non è il massimo della vita. Ma in fondo, perché pretendere tanto?
"Come Il Vento" è, sicuramente, la song più bella dell'album tutto. Marziale, cadenzata e colma di "epica" rabbia. Il testo, se non conoscessi l'orientamento politico della band, avrei potuto tranquillamente scambiarlo per roba "rossa" o "anarchica".
"Manifestazione Non Autorizzata", invece, è una cover dei già menzionati Janus. Se avete sentito l'originale, credetemi, stenterete non poco nel riconoscerla! Ipervelocizzata e punkeggiante come un calcio nelle palle. Un inno contro il quieto vivere e il qualunquismo.
Segnalo, per concludere, tracce quali "Grande Avvenimento" (suonata più che discretamente), "Pagato Per Mentire" e "Nessuno Ci Potrà Fermare".
Tra un disco dei Black Sabbath, uno dei Negazione e uno dei PIL, saltuariamente, mi capita di infilare nello stereo "Tutti All'Inferno". Ottimo diversivo.
Vadano a quel paese il mascellone di Predappio, baffetto e le loro teorizzazioni/azioni. Quello che conta, in un simile contesto più che in altri, sono le note.
Carico i commenti... con calma