Schegge di realtà.

"Tutto ciò che era veramente vissuto, si allontanava in una rappresentazione". (G. Debord)

A.Warhol serigrafia barattoli Campbell.

1) Superbia

Il superbo ostenta sicurezza e cultura e sminuisce i meriti altrui. La sua posizione psicologica è però più complessa: non sempre è realmente convinto di possedere tutte le qualità che lui stesso si attribuisce. Teme delusioni e insuccessi perché rivelerebbero la triste verità che egli stesso sospetta, quella di essere in realtà un mediocre, un normodotato, di rientrare nella media.

2) Accidia

Indolenza, indifferenza: l'accidioso indugia voluttuosamente nell'ozio e nell'errore. Sa quali siano i suoi impegni, ma pur di non assolverli, ne ridimensiona la portata, autoconvincendosi che si tratti di piccolezze e che rimandarle non comporti conseguenze gravi. 

3) Lussuria

La lussuria non è la semplice dedizione ai piaceri sensuali. Lussurioso è soprattutto chi si lascia rapire e cullare continuamente dalla fantasie sensuali. La lussuria diventa un vizio quando il costante volgersi del pensiero al desiderio impedisce il normale svolgimento delle incombenze quotidiane.

4) Ira

L'ira non è l'occasionale esplosione di rabbia:  diventa un vizio in presenza di un'estrema suscettibilità che fa sì che anche la più trascurabile delle inezie sia capace di scatenare una furia selvaggia.

5) Gola

Il peccato di gola non è la mera ingordigia o la smodata consumazione di cibo, ma il lusso alimentare, la predilezione per la cucina raffinata, la propensione a cibarsi esclusivamente di pietanze  pregiate e costose.

6) Invidia

Per l'invidioso, la felicità altrui è fonte di personale frustrazione. Sminuisce i successi altrui e li attribuisce alla fortuna o al caso o sostiene che siano frutto di ingiustizia.

7) Avarizia

Estremo contenimento delle spese non perché lo imponga la necessità, ma per il gusto di risparmiare fine a se stesso. L'avaro si sente un virtuoso e si descrive con aggettivi delicati ed equilibrati: prudente, attento, oculato, parco.

 

L'avaro. (Mara Maionchi e la sua volontà di posizionare a livello discografico l'arte)

E' un uomo sulla cinquantina, con i capelli afro nerissimi e crespi, due baffi poco curati e degli occhialetti rotondi e spessi.

Si veste come un povero degli anni '40, vive in una casa nella periferia di Roma dove e' nato e cresciuto, si alza ogni mattina alle 6 e mezza, la madre e la sorella, lo aspettano in cucina per fare colazione.

Mozziconi di sigarette dentro il piatto della sera prima. Immagine: formica. Mozziconi nel portacenere. Mozziconi dopo un caffe'.

Si lava il viso e si rade la barba, rimprovera la sorella che spreca troppa acqua mentre spreme il tubetto del dentifricio dalla fine.

Prende l'ascensore ed ha una faccia assonnata, nel tragitto da casa alla metro pregusta già l'odore del giornale la mattina, "Metro" quello rigorosamente gratuito a tutti i fedeli tesserati . Immaggine: ragazzi sorridono e mostrano la tessera della metropolitana, la metro che scorre bianchissima.

In metro occupa il suo posticino senza invadere lo spazio di nessuno attento a scorgere  possibili "pickpockets", giunge al lavoro nel momento in cui i suoi colleghi si vanno a prendere il caffe lui fa finta di parlare al telefono per non andare con loro, ma i colleghi passano e neache lo salutano.

Sorpassa il bar lascia un occhiataccia alla zingarella seduta a chiedere l'elemosina e lo colpisce una ragazza che entra nel bar, decide di seguirla, lei sta facendo la fila è girata lui la segue e si mette in coda, immagine: lui che fa un segno di dissenso.

Lei prende un cappuccino&cornetto lui dietro preso dall'ardore ma nolente a voler spendere un'euro tranne che per le spese forzate si prende un gratta e vinci con la mano che tremava mentre dal borsellino tirava fuori quei soldi, un investimento.

LEI ERA SCOMPARSA.

Carlo, Io, artista noto soprattutto per aver inizialmente collaborato a qualche traccia dance è uscito da poco come artista scapigliato e controcorrente che tramite un uso bellissimo della dialettica nelle sue canzoni esprime un certo dissenso per l'immaginario collettivo postmoderno, dove tutto si compra, dove tutto e' illusione e simulacro.

L'unico terreno di resistenza oltre che nel teatro come diceva baudrillard si trova ancora in chi espone il suo pensiero contro la società capitalista figlia della televisione, contro questo feticcio che ci attraversa ogni giorno i sentimenti ultimo retaggio di realtà anch'esso compromesso dall'inesorabile coercizione ideologica a cui siamo sottoposti ogni giorno a casa nostra.

Max Stirner nel 1844 teorizzò la distruzione della società, sostituita da un "Unione di Unici", (soggetti egisti spogliati da tutti i fantasmi presenti nella società) e l'essere per il nulla.

Nel Ventunesimo ripropone delle tematiche ormai rimaste solo a livello inconscio e subcorticale nell'animo troppo animale dell'uomo che sopravvalutandosi impone lavori a basso reddito e televisione sporcizia solo per distrarci.

Illusioni...

Carlo, Io, tedesco ma di origine italiana abbatte questi spettri mediante l'uso artificioso di musica dance ma con un testo che vi convincerà della dissoluzione intellettuale alla quale siamo sottoposti quotidianamente.

Consiglio l'ascolto e la visione dei suoi video per altro molto carini su youtube.

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