Thalassa in greco significa mare. Un mare tumultuoso, scuro, violento. Un mare dalle alte onde che ci assale, e dal quale non riusciamo a scappare.

Ioanna Gika, cantautrice di origini greche ma naturalizzata americana, ha scritto il suo album di debutto da solista (prima militava nel duo Io Echo) proprio pensando al mare che affligge, che è spietato e le cui onde sono fatte di dolore e disperazione.
Negli ultimi anni Ioanna ha visto crollare molte certezze della sua vita personale che sembravano inossidabili, che sembrava impossibile si potessero distruggere. Il padre e il patrigno morti a distanza di poco tempo, il tonfo economico della Grecia, l’agitazione politica negli Stati Uniti dopo l’elezione di Trump hanno portato la cantante ad uno sconquasso interiore. Come se davanti a lei si fosse creata un’altissima onda del mare che non riusciva ad evitare. Thalassa è il documento di questo suo periodo della vita, fatto di terrore, adrenalina, arrendevolezza. Ma Thalassa è anche il superamento di questi momenti negativi, il superamento di quel muro di acqua salata usando l’unica arma possibile a disposizione: la musica.

L’album è un pop dark e intriso di elettronica, dal sapore bucolico del folk gotico. Intrigante e lugubre, il brano d’apertura “Roseate” mette subito sul tavolo tutte le carte di quest’album. Qui la voce di Ioanna è angelica e insieme delicata, mentre il drumming pulsante e i synth echeggianti e cupi rievocano la colonna sonora del film The Social Network, scritta da Trent Reznor e Atticus Ross. La coda quasi dance esalta tutta l’influenza del pop elettronico anni ottanta di cui il disco è permeato.
La successiva “Out Of Focus” è bellissima e misteriosa. Un brano audace e seducente, a metà tra la Chelsea Wolfe non ancora posseduta dai demoni metal di Pain Is Beauty e la Kate Bush eterea e incantatrice di Wuterhing Heights.

Ioanna Gika calibra la sua voce alla perfezione, misurandola tra momenti di note altissime e sussurrate e altri momenti più evocativi ed intensi. Una voce da sirena di Ulisse, padrona di un mare cattivo e violento. Di un mare che opprime e spaventa. Un mare che diviene ispirazione per farsi coraggio e affrontarlo alzando la testa e liberandosi delle sue fredde e spietate onde.

Tutto l’album viaggia su suoni elettronici massicci, muovendosi sinuoso tra l’art-pop più raffinato e un dark-folk elegante. Sonorità ardite, che tirano fuori un grande carattere quando sono esaltate dalla conturbante vocalità di Ioanna. Thalassa cattura perfettamente il flusso a volte garbato, a volte violento della vita e della morte.
Un formidabile connubio emotivo che esplode nella bellissima traccia “Swan“, esempio lampante di come la cantante di origini greche sia brava a creare brani dal forte carattere pop, ma intrisi di una spettralità affascinante.

In alcuni momenti forse, la densa presenza del nervoso drumming elettronico smorza una timida sonorità rock che poteva essere messa più in risalto. Esempio di ciò è “New Geometry” ottimo brano lento e raffinato ma che nasconde le chitarre sovrastate dai synth. Anche la ritmata “Messenger“, che è sostenuta da un’ossatura salda di archi e suoni orchestrali, poteva forse essere più incisiva e drammatica se in produzione fossero state messe in risalto più chitarre. Ma sono piccoli dettagli che di certo non intaccano la riuscita finale del disco.
Al contrario, i suoni sintetici e ossessivi di “No Matter What” sono incredibili, elegantissimi e perfetti. Un brano che incanta, che ricorda la ricercatezza sonora dei Radiohead più recenti e la magia dilaniante dei Portishead.

Thalassa è un album che trasporta in un mondo fragile, agghiacciante e doloroso ma che allo stesso tempo ispira coraggio, istiga ad affrontare i mali della vita sbattendoci contro. Il mare di suoni elettronici è affascinante e misterioso, ondate di synth e drums vigorosi e dal forte impatto emotivo.
Il canto ammaliante e gotico di Ioanna Gika ipnotizza, smuove le anime. Thalassa trasporta l’ascoltatore in mare aperto, un freddo mare d’inverno tempestato di ostacoli. Un disco che sa toccare le corde giuste e sa farsi amare. Thalassa è un grande esordio per Ioanna Gika, e raggiunge spesso livelli compositivi di grande bellezza.

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