A cinque anni di distanza dallo splendido "Dark Matter", gli IQ ritornano nel 2009 con un nuovo lavoro intitolato "Frequency".

Nonostante il sound non presenti particolari variazioni rispetto ai canoni stilistici dei loro lavori più recenti, la band riesce a produrre un album di buona fattura, in cui non si avverte eccessivamente il manierismo che troviamo in altre produzioni attuali riguardanti il genere in questione, e anche  nella loro etichetta discografica "Inside Out". Due componenti storici della band non sono presenti in questo lavoro, ovvero il batterista Paul Cook e il tastierista Martin Orford, sostituiti rispettivamente da Andy Edwards e Mark Westworth. Come consuetudine dei loro lavori, si avverte l'influenza Genesisiana anche nei  sette brani che compongono "Frequency", soprattutto nei passaggi tastieristici; inoltre il timbro vocale di Peter Nicholss, come è risaputo,  somiglia molto  a quello di Gabriel (comunque non troppo simile come lo è la voce di  Fish). Le parti melodiche create da tastiera e chitarra sono il marchio di fabbrica di questo lavoro, soprattutto in tracce come "Life Support" e "The Province", non manca inoltre la ballata "One Fatal Mistake" e alcune parti strumentali che richiamano i Camel, come in "Stronger than Friction".

Il disco si chiude forse con la parte migliore "Closer". Il tema dell'album rappresenta una sorta di critica ai cosiddetti "Hacker" che sfruttano i satelliti in modo illegale; la copertina dell'album stessa, creata da Tony Lythgoe lascia intuire tale argomento.Lythgoe è l'autore degli artwork della band dal 1997 ad oggi. Si tratta quindi di un album che non deluderà i sostenitori del gruppo, ma anche consigliabile a chi ama queste sonorità, un qualcosa di già sentito ma allo stesso tempo piacevole e ben prodotto da una band che rappresenta, assieme a  Marillion e Pendragon (e diverse altre) quello che comunemente viene definito "NeoProg" dagli anni ottanta ad oggi.

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