Se si parla di "metallari" spesso si intente delinquenti, drogati e cafoni che si riuniscono tra di loro, imbracciano bassi e chitarre e fanno rumore. Tutto sbagliato, e a dimostrarlo è una delle più grandi band heavy metal che la musica ci ha presentato, gli Iron Maiden, in quanto i componenti, nel privato, sono uomini garbati e onesti. Basta ricordare il cantante Bruce Dickinson, leader della band, uno che nella sua vita ha fatto di tutto: si è laureato a pieni voti in storia medievale, è stato campione europeo di scherma ed è un pilota di aerei addestrato dalla British Airways; insomma,gli Iron sono brave persone. Voglio appunto recensire uno dei loro album più importanti, "Powerslave", che rispecchia in pieno la loro personalità fatta di rabbia, rabbia e ancora grande rabbia. Partiamo dalla copertina: geniale! Tutte le copertine degli Iron Maiden hanno una grande fantasia, rappresentata spesso da personaggi macabri, anche se questo non è il caso di "Powerslave". Otto pezzi di grande metal, con ritmi incalzanti, chitarre distorte e voci graffianti, che con il loro essere "stonaticcio" convincono molto.

L'album si apre con "Aces High", che presenta un'intrigante chitarra, simile a quella della grande "Fear of the Dark". In seguito viene lasciato spazio agli accordi, che accompagnano la voce di Dickinson, rabbioso come sempre. Intorno ai due minuti un grande assolo, com tutti quelli delle loro canzoni. I loro assoli sono la cosa che più adoro degli Iron Maiden e che più, secondo me, li caratterizzano. Insomma, non tutti sono in grado di eseguire assoli come quelli di "Futureal", "No more Lies" e "Dance of death", solo per citarne alcuni. Un'altro brano interessante di questo album è la traccia numero due, "2 Minutes to Midnight", che già dal titolo promette bene (letteralmente tradotto in italiano "2 minuti a mezzanotte"). Chitarra potente all'inizio, che dopo qualche secondo viene accompagnata dalla batteria e in seguito dalla voce del cantante Bruce. Interessante il ritornello, che comprende il titolo della canzone. Solito assolo straordinario, tipico degli Iron Maiden, velocità e note acute. Altre ottime canzoni sono "Flash of the blade" e soprattutto la traccia numero sette "Powerslave", che non a caso dà il nome all'album ed è caratterizzata da atmosfere di film horror. Ai due minuti e mezzo la canzone si calma e comincia ad essere accompagnata da note alla chitarra elettrica, stile Pink Floyd o "Fade to black" dei Metallica. Ma dopo poco la batteria diventa più presente, il ritmo si velocizza, parte la chitarra ritmica con accordi e soprattutto un grandissimo, fantastico, indescrivibile assolo, uno dei miei preferiti degli Iron Maiden.

L'ultima traccia è "Rime of the Ancient Mariner", praticamente interminabile, durando più di tredici minuti, davvero bella. Sembra proprio difficile trovare un difetto in quest'album, forse solo il fatto che i ritmi sono gli stessi e la struttura è sempre quella, ma dopotutto è proprio questo che rende "Powerslave" un album unito e completo, un po' come "Wish you were here" dei Pink Floyd. E' quindi consigliabile a tutti gli appassionati dell'heavy metal avere nel proprio porta cd "Powerslave" degli Iron Maiden.

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