Powerslave è, in assoluto, il mio album preferito degli Iron Maiden.

A livello tecnico, produttivo e di suoni è il disco più riuscito dell'era Dickinson e contiene, non a caso, dei classici che sono stati a lungo riproposti in sede live dalla band.

Il disco mantiene, in ogni traccia, una carica e tensione fenomenale, tanto da rendere difficile stabilire quale sia il brano migliore e rende necessario il suo ascolto intero.  

Dato che si tratta di un gruppo storico nel panorama dell'heavy metal, amato e conosciuto da tutti con qualcosa come 50 milioni di album venduti, non è necessario soffermarsi oltremodo sulla loro storia.

Mi limito a dire che si tratta, come alcuni altri "vecchi" del genere, di uno dei pochi gruppi che vale ancora la pena di andare a vedere dal vivo.

Dopo decenni di concerti, posso dire che attualmente mi "muovo" solo per pochissimi gruppi, la maggior parte dei quali sono quelli che chiamo le c.d. "vecchie iene", tipo Motorhead, AC/DC, Ozzy & Black Sabbath, Megadeth, Slayer ecc., tutti gruppi che continuano a non deludere sia, in parte, in studio che sopratutto dal vivo.

Tornando al disco, si apre con la potente "Aces High", che ha sempre messo in difficoltà dal vivo Bruce, poichè il suo limite è sempre stato l'estensione vocale.

Si passa poi a un super classico, "2 Minutes To Midnight", che si apre con un tagliente riff di chitarra che, alla pari di "Smoke On The Water", è uno dei più riprodotti di sempre da chiunque possegga in casa una chitarra elettrica.

E' poi il momento della strumentale "Losfer Words", bellissima, che contiene alcuni tipici passaggi maideniani a due chitarre armonizzate. In quegli anni era quasi d'obbligo proporre su ogni disco almeno un pezzo strumentale, ma pochi gruppi erano in grado di comporne di decenti.

Quarto pezzo è "Flash Of The Blade", il cui geniale quanto minimale riff iniziale, anche come tecnica diventerà copiatissimo negli anni a venire. Questo brano era stato peraltro utilizzato in alcuni film dell'orrore.

"The Duellist" è il brano successivo che, seppur sia quello che mi piace di meno, si "incatena" benissimo nell'insieme del disco. Sonorità maideniane al 100%, inconfondibili e che hanno reso, non a caso, questo gruppo leggendario.

Brano successivo è la scoppiettante "Back In The Village" che ripropone un fraseggio e dei riff abbastanza caratteristici di questo disco, con uso indiscriminato della c.d. tecnica chitarristica dei "legati", oltre ai soliti passaggi armonici a due chitarre. Il ritmo è incalzante e molto simile a quello della opening track seppur più sostenuto.

Tocca poi alla title track "Powerslave", brano con iniziale uso massiccio della scala minore armonica che rende bellissime atmosfere "arabeggianti" per poi sfociare, nel mezzo, nei classici arpeggi e assoloni della ineguagliabile ditta Smith-Murray.

Il disco si chiude alla grande con uno dei pezzi più belli mai scritti dagli Iron ed uno dei più bei brani heavy metal di sempre, "Rime Of The Ancient Mariner". In molte interviste gli Iron hanno detto di aver composto il pezzo sotto l'effetto della marijuana. Beh, se questi sono gli effetti secondari dovrebbero legalizzarla! La canzone, della durata di oltre 13 minuti, è splendida e geniale, con un intermezzo strumentale da brivido, veramente ascoltando pezzi come questo viene la tristezza perchè ci si rende conto che dischi e band così non ce ne saranno mai più, altro che l'immondezza senza fantasia nè originalità che gira adesso e che viene pure propagandata...

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