Iron Maiden, atto quinto... Powerslave. Questo Cd dalla copertina che ci riporta ai tempi dell'antico Egitto è stato uno dei maggiori capolavori degli Iron. Essendo l'immediato successore dei due leggendari cd "The Number Of The Beast" e "Piece Of Mind", questo straordinario album del 1984 tende spesso ad essere sottovalutato, senza alcuna ragione, tanto più che questo cd influì moltissimo sulla scelta delle tracce del "Live After Death".
La line-up degli Iron in quegli anni ci proponeva qualli che forse sono i componenti per antonomasia della band del New Way Of British Heavy Metal: il grandioso chitarrista Dave Murray, sempre in straordinaria forma, che insieme al leggendario bassista, che quando ne senti il basso tuonante, non puoi non pronunciare il nome: Steve Harris, componeva l'anima del gruppo. L'eclettico e abilissimo chitarrista Adrian Smith, il batterista Nicko McBrain, con questo album alla sua seconda prova brillantemente superata, e infine lo straordinario cantante Bruce Dickinson, capace di cantati dal livello davvero notevolissimo.
La prima track proposta dagli Iron Maiden è la mitica Aces High, canzone dal ritmo travolgente, con i suoi riff volanti sembra ricondurci alla vita da aviatore della seconda guerra mondiale, pronti a diventare "assi dell'aria" è una song validissima votata ad entrare nella leggenda della Vergine di Ferro. La seconda track, "2 Minutes To Midnight" offre uno stupendo ritmo metal, ma riproposto con uno stile che solo le chitarre Maideniane riescono a rendere perfetto. Ottima anche "Losfer Words", una strumentale molto notevole "Flash Of The Blade" ti prende come un tuono sin dall'inizio sia con il suo Main Riff impressionantemente potente e rapido, sia grazie al testo, riguardante l'onore di un uomo e del brivido dell'acciaio della lama che uccide. "The Duellist" è una canzone dal ritmo molto sostenuto, che ci racconta dei frequentissimi duelli del Far West, dove il basso di Harris impera incalzato dalle chitarre gemelle, che passati i primi due minuti, sfoderano il meglio di sè. In "Back To The Village" ritroviamo uno stile che ricorda le prime canzoni Maideniane. Mentre con "Powerslave" una canzone basata sul potere schiavile dell'Egitto, si orecchia un piacevolissimo stile molto ricercato, e i cantati di Dickinson raggiungono il massimo. Splendidi gli arpeggi a metà canzone circa, il tutto intervallato dagli impressionanti lavori di basso di Steve. "Rime Of The Ancient Mariner", con i suoi tredici minuti di canzone, potrebbe sembrare all'inizio una canzone fracassapalle, ma quando Steve prende il timone del tutto, scopriamo uno straordinario stile Maideniano che, con assoli devastanti e una ritmica incredibile, ci stimola a non interromperne mai l'ascolto...
A conti fatti, "Powerslave" è un cd che regge benissimo il confronto con i predecessori, e dove la line-up trova un fortissimo affiatamento soprattutto per il livello ritmico, un album forse non divino, ma sicuramente uno dei migliori sfoderati dai mitici Iron Maiden. "Tell me why I had to be a Powerslave..."
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