C'è chi dice "e basta con le solite rece sui Maiden"? E io vi accontento. Ve ne presento, invece, una totalmente differente dalle "solite", in quanto non riguarda un album sfornato dal gruppo, bensì la copertina di "Somewhere In Time". Ideata da Derek Riggs, la si può reputare la migliore, in quanto racchiude tutta la storia dei Maiden sino quell'album. Certo, se la guardiamo con superficialità, non ci risulterà molto differente dalle altre che ormai conosciamo (il buon vecchio Eddie che occupa uno spazio in primo piano, che incute un po' di schifo, orrore e allo stesso tempo, fascino). Ma se osserviamo con attenzione, possiamo veramente caderci in trance, è come vivere in questo mondo futuristico, e si ha come la sensazione di non riuscire a uscirne. Questo è dovuto alla moltitudine di elementi e particolari contenuti nella scena. Tralasciamo dunque Eddie e occupiamoci di questi dettagli.

Non sapendo da dove iniziare, direi di analizzare la pagina sinistra della copertina e la scritta "Aces High Bar", in un grattacielo in alto a sinistra. Un po' più in alto, vola un aereo più vecchio degli altri velivoli presenti nella copertina, anch'esso con lo scopo di memorare la canzone (e il single). Nella parte opposta, in alto a destra, c'è un uomo alato che sta precipitando (quale modo migliore per raffigurare il volo, o meglio, la caduta di Icaro, dalla quale gli Iron Maiden hanno tratto la magnifica "Flight Of Icarus"?). E che dire delle scritte e le insegne riprodotte nel paesaggio? Moltissime tra queste citano successi passati o fondamenta del gruppo, come "Phantom Opera House", quella già citata, "Live After Death", "Ancient Mariner Seafood Restaurant", l'orologio digitale che segna 23: 58 ("2 Minutes To Midnight"); oppure altre insegne che serbano ricordo di luoghi importanti per il gruppo, come "Long Beach Arena", luogo in cui fu registrato il primo Live importante ("Live After Death", appunto), "Ruskin Arms", in cui debuttarono dinanzi a un pubblico ristretto (i frequentatori del pub londinese), "Rainbow", ecc. Molto più visibile, invece, è lo scenario faraonico che si presenta come sottofondo della città (al centro). Consideriamo pure i cinque "ometti" un po' in disparte nell'immagine, con Dickinson che tiene in mano delle cervella (ma non vi ricorda "Piece Of Mind"?). E avete notato - particolare mozzafiato - la scritta che scorre al centro con la scritta "latest results… … west ham 7 … … arsenal 3"? West Ham è il nome in cui il bassista Steve Harris giocava da giovane (si sa la sua passione per il calcio, no?).

Altri particolari li abbiamo nella parte destra della copertina, che non ho commentato (e di cui dirò poco, essendoci meno da dire che nella parte sinistra), come la scritta "Acacia", che citerebbe la canzone "22 Acacia Avenue" e, subito sotto, un poster imbrattato da qualche teppista che ha voluto rendere omaggio alla mitica mascotte Eddie.

Detto questo, ammetto che mentre ti sforzi di cercare nuovi elementi da aggiungere alla lunga lista (io non li ho citati tutti, ad esempio non ho parlato della morte che osserva i cinque "ragazzacci"), ti accorgi che ti potresti perdere in mezzo a quell'immensità, e che ogni scritta che vedi, anche le più insignificanti (a meno che qualcuno non riesca a trovarne uno), ti fa inventare un avvenimento della storia che non c'entra niente o che non si è ancora presentato. Per fare un esempio, la scritta "Ooke", o qualcosa di simile, mi ha richiamato alla mente - per la pronuncia - la canzone "Hooks In You". Solo dopo mi sono reso conto che è stata pubblicata nel 1990 ("Somewhere In Time" è del 1986).

Ancora una cosa: se doveste, cari lettori, scovare componenti della copertina di cui non ho parlato siete benissimo liberi di farmelo notare.

 

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