The X Factor, Iron Maiden. Vi chiarisco subito la cosa: il mio album preferito dei Maiden. Perchè Ed in copertina è torturato sadicamente? Non si sa, ma si potrebbe quasi dire che lui rappresenti simbolicamente gli Iron Maiden, che ricevono un trattamento speciale per dimenticarsi della predominante e ingombrante figura di Dickinson. Escono dalla loro personalissima clinica con dele facce diverse. Non sono più i rocker di Fear of the Dark, il trattamento ha funzionato. Così ci raccontano il loro mondo post-cura con un viaggio nel loro mondo e nella loro mente alla ricerca del Fattore X, "The X Factor". Lo cominciano accompagnati da monaci in nero, che li influenzano. Chi c'è al posto di Mr. Dickinson? Frate Bayley. La sua voce bassa simile a quella dei monaci ce lo fa definire così.

In "The Sign Of The Cross" ci accompagna nel Medioevo, forse quella tappa del viaggio era stata ideata per Dickinson, ma Frate Bayley aggiunge una oscurità al suono che Dickinson non sapeva dare. È stupenda, come tappa. Poi siamo catapultati in un' isola deserta in compagnia di chitarre che volano alte, libere e leggere in un cielo cristallino, siamo al cospetto del "Lord of the Flies", signore delle mosche. Dopodichè ci riprende per mano Bayley, a mostrarci un "Man on the Edge" che fa ricordare Dickinson come stile , ma non lo fa rimpiangere. Un flash, e siamo in una città dopo una guerra, condotti sapientemente da Harris a vedere le "Fortunes of War" con un intro di basso e chitarre che sa di nuovo e esalta. Per "Look For The Truth" finiamo nelle menti di Bayley, Gers e Harris, cosa che ci capiterà davvero spesso, in questo viaggio alla ricerca del Fattore X. Di nuovo un'esperienza che sa di nuovo, ma che non delude, anzi, sorprende e commuove.
Il gruppo stavolta ci carica di fucile e tuta mimetica, e ci troviamo nel pieno di una guerra, in "Aftermath", dove McBrain ci mostra con le sue bacchette cosa sono i colpi di fucile... Appena in tempo per sfuggire ai nemici, che si torna nella mente di Harris per "Judgement of Heaven". Un' avventura splendida, coronata da assoli e bridge che si incastrano perfettamente, come le canzoni di questo album. Questa volta non ci spostiamo, restiamo da Harris e sentiamo le sue opinioni riguardo "Blood on the World's Hands", il sangue sulle mani del mondo. L'ospite ci accoglie con una pazzesca linea di basso e continua imperterrito a mostrare la sua bravura. Torniamo in guerra con "The Edge of Darkness", sempre a un passo molto ritmato e con McBrain in prima fila. Infine le tappe finali della nostra avventura: "2 A.M." e "The Unbeliever", splendide, oscure e introspivettive come lo è stato tutto il viaggio.

Gli Iron Miden hanno infine trovato il Fattore X? Senza alcun dubbio. Poi però si sono trasferiti in un Nuovo Coraggioso Mondo, perdendo un pizzico del Fattore un pizzico nel viaggio d'andata, chissà che non ci sia un viaggio di ritorno per ritrovarlo.

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