La tendenza umana a paragonare su un unico e povero piano una creatura che necessiterebbe studi approfonditi e su infinite varianti porta alla lobotomizzazione totale del soggetto in quanto incapace successivamente di porre su più strati un futuro prodotto e ad imbastardire irreversibilmente le proprie orecchie. Un suono considerato di classe e alto profilo nella mentalità mainstream, per quanto perfetto, non da sensazioni ultraterrene come può crearlo la potenzialità sulfurea di un marciume in crescendo su pochi riff supportato da una bordata di genialità mascherata da batterista e da scimmie urlatrici che dalle punte dei faggi danno apporto alla creatura gigante che batte qualunque prestazione linda e perfetta su palco di qualsivoglia festival mainstream rock-pop-metal. La prof. Bernarda me lo diceva sempre mentre me lo succhiava di gran lena e con foga infernale. L'equazione della scimmia di ferro:
Pochi riff e ben fatti + putridume + cadenza sopraffina + piùsostronzipiùcipiacciono = valore intrinseco superiore a qualsivoglia assolo di guitarherodistocaz ("hey, che c'hai stocaz?" "Scusa non capisco" "Ho detto stocaz!", non ho mai visto un film con personaggi più antipatici, Larry Clark è uno stronzone), ma la gente non capisce. Spesso. A volte ce la fa.
Immaginarsi perchè un prodotto che nella mentalità collettiva generale viene identificato come di bassa qualità per metri di giudizio non concepibili (inventati forse da Bob Geldof per quanto insulsi sono) quando invece straborda di concetto, più di qualsiasi altro suono apparso dopo gli 80, crea mal di testa a chi comprende, studia i passi, e memorizza le strofe. Gracchia. La voce, più di mille siringhe in gola, ed è voluto, perchè emanata da gente con cervello, intelligente, con presa prensile, che riesce a rollare un ceppo come a modulare l'equalizzazione dei volumi, quindi pensante. Per quale oscuro motivo essa è di basso profilo?
Batteria. E non ci sono parole, perchè la scimmia batteraia non deve spiegazioni a nessuno, nemmeno a chi non la conosce, la miglior scimmia batteraia che il vecchio John Wayne abbia visto nel selvaggio west al bancone di qualsiasi bar, con annesso Eldorado nel buco del culo, mentre John si dava sfregiate su e giù come ai coglioni sull'angolo delo sgabello, come se lo stesse scopado, dall'alto in basso, mentre non riusciva nemmeno a respirare da tante botte subite dai propri coglioni.
E il Dio delle scimmie Andy Sneppo, che col suo fottuto accento inglese e i capelli lunghi, biondi e lisssi che tanto in voga erano negli anni 80, quando facevano sbrodolare la fica a milioni di ragazze amanti dell'heavy cominiciava a fare il fighetto in giro sputtanandosi giustamente da gran produttore. Perchè nessuno ha fornito una casa migliore al suono della scimmia e del metallo degli anni a venire, insieme ad altri due o tre gorilloni (Matt Bayles, Steve Albini, chi altri? Boh.) E l'immaginario? Come pochi. La copertina del disco (quella completa, non quella lassù) vale più di mille parole, perchè dove c'è Barilla, c'è casa.
E come mi fece notare un buon ragasso che ha bene in testa il concetto di qualità intrinseca di un prodotto presunto di basso profilo, l'"imeneeeeeeee" urlato in apertura vale il prezzo. Poi c'è tutto il resto, ma basta quello.
PS: Io mi scopo le vostre sorelle, tutte.
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