L'Impressionismo, i suoi maestri, il traguardo verso la piena libertà delle forme e dei colori, il rifiuto dell'Accademia e del classicismo iconicista, l'effluvio della luce e dell' "en plein air", l'emarginazione dall'austero Salon, la povertà e la prosecuzione di una rivoluzione artistica senza precedenti: sono queste le principali tematiche che Irving Stone, romanziere di vite d'artisti famosi e apologeta di Van Gogh in Brama di Vivere, espone nel voluminoso Vortici di Gloria, storia fantasticata dei cinquant'anni di sperimentazione impressionista narrata puntando il monocolo sul maggiore collante umano dei reietti pittori della natura filtrata dall'occhio dell'esteta, ovvero Camille Pissarro.
Ebreo di origine ed estrazione sociale, Pissarro è un giovane artista ribelle ed anticonformista, figlio di una famiglia religiosamente ortodossa, che, tornato da una spensierata fuga in America Latina, torna in Francia per dedicarsi essenzialmente alla nascita di un nuovo modo di concepire la natura e la sua rappresentazione figurata. Approcciatosi ai realisti Courbet, Corot e al romantico Delacroix, Pissarro comincia a maturare il pensiero impressionista dipingendo all'aria aperta e rigettando la vetusta tradizione iconica delle accademie. Le sue scelte, contestate dalla madre, divengono presto oggetto di curiosità ed interesse della "bonne" Julie, la cameriera cattolica della famiglia Pissarro, con la quale intreccia una genuina storia d'amore che porta alla nascita di ben nove figli, molti dei quali deceduti ancora in fasce.
Dopo aver abbattuto le riserve del Salon nei primi anni '50 dell'Ottocento con un lavoro pre-impressionista, Camille si immerge, assieme agli amici e colleghi Monet, Degas, Renoir, Cezanne, Morisot e Manet, alla stesura demanifesto programmatico della nuova corrente artista il quale, purtroppo, verrà osteggiato dalla maggior parte dell'elite borghese parigina e francese: il Salon de Refusés, creato appositamente da un Napoleone III infastidito dalle proteste di un gruppo di artisti cacciati dal formalissimo Salon ufficiale, risulta un fiasco, come pure il debutto ufficiale nel 1874 con l'esposizione nello studio del fotografo Nadar e molte altre simili esposizioni. Pissarro, attivo fra la Francia e la Gran Bretagna, non demorde e, seppur fiaccato da una miseria altalenante e una numerosa famiglia da sfamare, continua a dipingere, sostenuto anche dal padre e dal bottegaio d'arte Pere Tanguy, creditore degli Impressionisti e grande artefice del successo una volta ottenuto. L'avventura di Camille, Monet e del gruppo di Batignolles, va avanti con la scoperta di Van Gogh e Gauguin, gli affanni del mercante Durand-Ruel nel tentare di smerciare le sue opere collocandole anche negli Stati Uniti, le velleità artistiche dei figli Lucien, Felix e Georges, i tentativi di esporre senza i compagni di squadra e, infine, il traguardo dei Settanta nel 1900, finalmente apprezzato e in grado di vivere un'esistenza dignitosa e scevra di miseria.
Opera complessa ed estremamente ricca, Vortici di Gloria è un grandioso compendio di un floridissimo periodo culturale e artistico e, più in generale, un rispettoso quadretto della Francia nel Secondo Ottocento. Stone illustra l'exploit impressionista come una rivoluzione con radici ben profonde e non solo confinate nei campi della raffigurazione pittorica (oltre al Realismo di Courbet e Corot si citano autori e romanzieri come Flaubert, Hugo, Balzac, Baudelaire, altrettanti fautori di uno scossone senza precedenti). L'Impressionismo viene dunque spiegato come la definitiva emancipazione dalle accademie e dal chiuso degli ambienti formali ed elitari in favore di una più attenta riflessione sulla natura e sulle nuove possibili modalità di riproposizione e idealizzazione. Vortici di Gloria ha tuttavia una pecca, ben comprensibile se paragonata al profilo romanzato di Van Gogh: Stone, difatti, dilata la cronostoria dell'epoca e della vita di Pissarro in un flusso interminabile il quale non riesce, negli ultimi capitoli dell'opera, a distaccare il suo romanzo da una semplice biografia ortodossa e sobria. L'intreccio, indispensabile, fra la vita dell'Impressionista più coraggioso, le vicende dei colleghi e le entrate in scena dei cosiddetti post-impressionisti (il puntinista Seurat, Signac e i già citati Gauguin e Van Gogh) ingrossa notevolmente il peso della lettura, precedentemente affaticato dai cinquant'anni di narrazione. Infine, il turbinio di povertà e ripresa della famiglia Pissarro, perennemente a caccia di denaro per sfamare la prole, è ripetuto troppe volte.
Possiamo, dunque, affermare la seppur lieve preponderanza di Brama di Vivere, incentrata sulla tragica parabola di Van Gogh, sul compendio impressionista di Vortici di Gloria, anche per la maggiore abilità mostrata da Stone nel "romanzare" meglio un unico profilo, quello del proto-espressionista olandese, peraltro molto più ricco di pathos, sentimento e sofferenza rispetto alla maggiormente "equilibrata" esistenza di Pissarro e soci. Entrambi i lavori rimangono comunque encomiabili tentativi, riuscitissimi, di unire arte e letteratura in un grande unicuum di sensi e spiritualità.
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