Se mi chiedessero di stilare un decalogo di cose, persone o categorie da salvare, un ipotetico bagaglio utile del mondo di oggi da portare con noi nel futuro, io non potrei fare a meno di pensare alle donne. E non è per una sorellanza di genere, perché anch'io sono una donna. No, questa sarebbe semplicemente un'associazione logica: le donne generano vita, e senza di loro a un certo punto dell'umanità non rimarrebbe comunque nient'altro da salvare. Insomma, questo significa che non potete estinguerci o decidere di cancellarci da un elenco ideale delle cose importanti. Inoltre credo poco alle possibilità della scienza di procreare al di fuori di un grembo femminile. Dunque, almeno nel futuro che fino ad adesso riusciamo a immaginare, siamo ancora indispensabili.

Queste sono le prime righe dell'ultimo libro di Isabella Marchiolo, scrittrice e giornalista calabrese.

Di chi leggiamo nelle pagine di "10 grandi donne dietro 10 grandi uomini"? Ve le elenco: Michelle Obama, Antonietta Vendola, Rita Borsellino, Hillary Clinton, Mina Welby, Harper Lee, Pilar Saramago, Anna De Grazia, Taherer Saeedi, Yoko Ono.  A parte che alcuni nomi non mi convincono, leggi Hillary Clinton e Yoko Ono, ma è il significato che si vuole dare alla "cosa", che mi piace meno: vedere le donne non più dietro gli uomini ma di fianco!

Possibile che non possiamo stare davanti qualche volta, sempre che ce lo meritiamo? Linketto 1.

"Anche l'Italia verso la womeneconomics": il termine è relativamente nuovo e significa, letteralmente, economia delle donne, ed è stato coniato qualche anno fa dall'economista Kathy Matsui. Si può addirittura parlare di un movimento che si batte per la valorizzazione dell'occupazione femminile.

I dati mondiali della "sotto-occupazione" femminile sono disarmanti, ma lo sono ancora di più in Italia: noi itagliane sappiamo bene come i nostri maschietti ci retrocedono o ci sgambettano per farci cadere.

Allora mi sono chiesta: sono veramente solo 10 donne che possono essere raccontate? Siamo così poche degne di attenzione? Credo proprio di no, Linketto 2.

Le donne hanno dimostrato che hanno successo anche in settori ritenuti maschili, eppure i media continuano a mostrarci un modello  femminile al lavoro, convenzionale ed immutabile: insensibile, spregiudicato, umanamente scarsino, Linketto 3.

Forse avrei dovuto recensire "Perché gli uomini sono stronzi e le donne sono rompicoglioni", se l'avessi comprato, ma ero troppo inca**ata per le stupidaggini e i luoghi comuni sulle "quote rosa": come è possibile che l'Italia sia la nazione più maschilista d'Europa?

Vabbé, alla fine, un uomo c'è che ha capito noi donne, o almeno che si è accorto dell'inferiorità maschile... meglio di niente!  Linketto 4.

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