Se qualcuno fosse convinto che il prog serio e ben pensato sia morto e defunto alla fine degli anni '70, questo disco è qui per convincerlo del contrario.

Gli Isildurs Bane sono un gruppo svedese, non "un altro gruppo svedese", ma per dirla meglio credo siano tra i più intelligenti, preparati, innovativi e seri musicisti degli ultimi lustri a livello mondiale. La loro discografia è piuttosto vasta, hanno proposto, infatti, almeno una dozzina di dischi in studio a partire dal 1981 con uno stile che è andato evolvendosi da trame apertamente sinfonico-romantico, per transitare in lidi fusion e jazz rock con parecchi accenni zappiani e approdare, negli ultimi anni, ad un prog molto personale e fantasioso quasi nulla derivativo e dall'impostazione, a tratti, hard-cameristica, senza tralasciare ampi spazi di jazz rock sinfonico e tastieristico con un ensemble spesso di 15 elementi.

Il disco in argomento ritengo sia il loro capolavoro, è del 2001 e credo possa essere inserito nei primi 5 dischi prog del nuovo millennio, per forza espressiva, analisi delle tematiche, capacità tecniche, fantasia e ricchezza sonora, il tutto grazie ad un lavoro lungo ed articolato che è partito da una registrazione live alla quale sono state sovraincise molte nuove parti donando alla registrazione un clima particolare, che nella storia del rock si ritrova solo in esperimenti analoghi del maestro Frank Zappa. Quindi due CD per quasi due ore e mezza di musica di cui almeno tre quarti d'ora inedita e, per quella edita, tanti e tali stravolgimenti, da renderla comunque una grandissima novità.

Nel 1997 iniziò la programmazione di una trilogia sonora intitolata MIND, acronimo che intende "Music Investigating New Dimension" e, facendo fede a quanto indicato, le investigazioni sono realmente ad ampio spettro vagando per dimensioni ora eteree, ora maestose e monumentali con tessiture che coprono persino spazi hard rock con connotazioni sinfoniche e fortemente progressive. Il lavoro, che il gruppo stesso sintetizza come "crea, smonta e ricomponi" è perpetrato non con fredda matematicità, ma con l'anima romantica e artiginale del sarto che confeziona con lo spirito di chi nel proprio lavoro crede veramente.

Volendo segnalare qualche brano che più di altri porta le atmosfere ai moltissimi momenti sublimi di cui è composto questo lavoro, potrei suggerire "Extroversion" che funge un po' da filrouge dell'opera. E' suddivisa in varie parti che ritornano tra le varie tracce, il brano grazie alla sua variegata musicalità si presta a trattazioni diverse e quindi è l'ideale ponte per ogni successiva e suggestiva scena musicale, quasi ci trovassimo su un grande palco con gli scenari esterni che cambiano non solo per l'aspetto musicale, ma nella loro più complessa teatralità. Altri brani imponenti e sconvolgenti nelle loro forme sono "Unity" e "Ataraxia" due esempi di come una musica si possa presentare nella sua forma più complessa ed apparire comunque fruibile nel senso più ampio del termine, grazie ad un mutare delle forme giocoso, romantico, animato e i cui sentimenti intrinseci arrivano direttamente al cuore dell'ascoltatore.

Questo disco può ben rappresentare il varco per accedere a tutto il resto della loro splendida discografia, per chi avesse voglia di provarli il loro sito offre parecchi brani in ascolto, così da rendersi conto di ciò che si parla.

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