Dovessi scegliere il mio gruppo "pesante" della prima decade del nuovo millennio non avrei nessun dubbio: scriverei a caratteri cubitali ISIS. L'immane e terrificante creatura Post Rock-Sludge-Noise edificata dalla visionaria mente di Aaron Turner. Autori, in una carriera durata purtroppo soltanto una dozzina d'anni, di cinque dischi sulla lunga distanza che hanno raggiunto vette elevatissime, di fredda e distaccata bellezza, soprattutto nei capolavori Oceanic e Panopticon. Capaci di "decostruire" ogni forma musicale, creando una muraglia sonora di inaudita efficacia.

Clearing The Eye è un corposo e claustrofobico DVD registrato sul finire del 2005 durante il tour mondiale di Panopticon. Aggiungendo a ciò alcune spartane registrazioni dei primi anni duemila quando il loro suono era ancora tracimante di furia violenza Noise.

Partendo con la visione delle lunghe canzoni, che superano in alcuni casi anche i dieci minuti, si può notare un palco ed una strumentazione essenziali; pochissime le luci e nessuna interazione da parte dei membri della band con il pubblico. Gli isis si concentrano solo ed esclusivamente sull'imponente musica che esce dai propri strumenti; il pubblico non deve distrarsi. Bisogna rimanere ben concentrati per tenere testa a quanto viene prodotto dagli amplificatori; ma l'impresa non è così semplice. Perchè le lunghe divagazioni strumentali, un'altra di quelle caratteristiche basilari dell'universo sonoro creato dai cinque, destabilizzano, ti entrano dannosamente nella mente, nell'animo. Frastornanti ed annichilenti, ancor meglio ed "oltre" rispetto ai Neurosis (ma questo è soltanto un mio parere).

Una buona parte del DVD è dedicata ad un concerto realizzato a Sydney in Australia dove balza subito alla vista la maglietta indossata dal leader, cantante e principale compositore Aaron: la copertina di Unknown Pleasures dei Joy Division perchè Aaron ha sempre dichiarato di amare Dark e New Wave. E la cosa è ben riscontrabile nelle atmosfere plumbee, nelle solenni dilatazioni strumentali che sono una costante del percorso seguito dagli Isis; non è semplice approcciarsi ed apprezzare un così complesso, stratificato sound.

E' un continuo alternarsi di opposte sensazioni; un contrasto sonoro che lascia esterefatti. Si passa, nel medesimo brano, dai forsennati attacchi, dalle tremende bordate Hardcore a passaggi improvvisi dove tutto si quieta, si offusca, si affievolisce. In questi momenti rilassati il suono imponente ed impetuoso delle chitarre diventa tenue, impalpabile, puro; mistici ed evocativi come dei Cure dei primi anni ottanta che vanno ad incontrare sulla retta via i meditativi e profondi OM del venerabile Al Cisneros. L'ascolto del crescendo paradisiaco che si ricava nei tredici minuti di "Weight", per me il brano migliore scritto dalla band, vale molto di più di quanto ho fin qui scritto...THE BEGINNING AND THE END...

Ad Maiora.

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