Alla musica pop non si chiede di cambiare il mondo, di ripulirlo da vecchie ideologie o quant'altro di apocalittico. Basta solo che ci faccia stare bene, che dopo un ascolto tu possa già fischiettare una melodia, riandare ad un ritornello. Poco importa se sotto ci siano strutture e stratificazioni: è l'effetto finale quello che conta. Proprio per questo nel calderone del pop ci sta di tutto, dai Beatles a Britney Spears al gruppo che vado a presentare.

Gli It's A Musical sono un duo formato dalla svedese Ella Blixt e dal tedesco Robert Kretzschmar che suona un indie pop di una bellezza disarmante. Ho avuto la fortuna di conoscere di persona i due musicisti in occasione di un concerto tenuto nella mia città e posso dire che sono di una umiltà davvero rara, che si riflette completamente nella musica che fanno (e poi quando due occhioni svedesi ti guardano mentre tu ringrazi la loro proprietaria dicendole che ti ha fatto stare bene come fai a parlarne male?).

Uscito verso la metà di ottobre 2008 per la Morr Music si compone di 12 tracce caratterizzate dalla sostanziale assenza di chitarre, un approccio minimale, tutto retto dalle tastiere e dai sintetizzatori, con spesso inserti di fiati. Il minimalismo non è da intedersi come "pochi suoni", ma come "mancanza di pomposità". Gli arrangiamenti sono sempre ben mossi, ma non sentirete mai eccessive stratificazioni: il suono è semplice e le melodie escono sopra tutto.

Il disco si apre con Pain Song che tira maledettamente: inizia sommessa e poi esplode nel ritornello, mentre il cantato a due voci dipinge trame malinconiche che puoi quasi vedere le foglie ingiallite cadere dagli alberi. Ad un certo punto c'è anche spazio per una marcetta, non so se mi spiego...
Andando avanti il pezzo The Music Make Me Sick rende ancora più evidente di che pasta siano fatti i nostri due, coi suoi tre minuti in cui accade un po' di tutto: parte veloce, sostenuta da un arpeggio di organo tipo Farfisa, rallenta e poi riparte, con quel ritornello che fa "The music make me sick/I stopped to listen when you start to sing" che canterete istantaneamente.
La ballata "Lazy" ricorda molto da vicino gli Stars degli ultimi lavori, lenta lenta, col piano ed i fiati in bella mostra. Nel brano ad essa successivo, "Dinosaur", il tributo al gruppo appena citato è ancora più evidente.
E' tanto il buon materiale che rischierei di fare un track-by-track, quindi poche altre segnalazioni: la ricca e quasi jazzistica "Du-du" forse gira un po' a vuoto, ma ha delle intuizioni sonore niente male, come un inserto di vibrafono aiutato dai fiati che risolve un po' le cose. L'inizio circense di "The Circus" che si trasforma in un groove sincopato per divenire poi cazzeggio puro (suppongo quando entrino i clown) e chiudersi in poesia, sfumando.
Il finale è nel più puro stile strappamutande, con la ballata in punta di voce "Take Off Your T-Shirt", puro liquido in cui abbandonarsi, tanto il mondo è fuori, questa è la mia camera e nessuno può entrare.

Che dire? Un esordio coi fiocchi, per me uno dei dischi migliori del 2008, a dispetto dei grandi nomi pompati dalle riviste specializzate, sperando che il mondo si accorga di loro.

 

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