Una musica curata, attenta: con Ivan Fedele si va sul sicuro, e non c'è che da scegliere tra i diversi cd usciti per la Stradivarius che ci offrono uno spaccato sulla sua opera: questo "Mixtim" raccoglie cinque lavori strumentali scritti per piccoli ensemble da camera nell'arco di un quindicennio, dal 1988 al 2004.
In essi troviamo una concezione musicale molto raffinata, quasi esoterica: il brano di apertura, "Mixtim", è descritto come musica rituale per sette esecutori (rituale perché fatta di ripetizioni delle frasi musicali in una struttura labirintica), mentre nel "Notturno" per undici esecutori vi è una preziosa ricerca timbrica (per esempio il vibrafono suonato con un archetto, o il pianoforte suonato direttamente sulla cordiera) che crea una quieta atmosfera di attesa e raccoglimento.
Il linguaggio di Ivan Fedele è quello più spregiudicato della musica contemporanea: non aspettatevi di trovare intrattenimento o evasione, in questo cd. Ma se vi mettete all'ascolto, ecco dei suoni ricercati, una scrittura di grande qualità, un notevole impeto sonoro realizzato con mezzi strumentali ridotti - almeno nell'organico.
Qua e là affiora la tendenza di Fedele nello scambiare il ruolo di protagonista tra i vari strumenti: così per esempio in "Arcipelago Möbius" per clarinetto e trio d'archi, dove si registra un bell'assolo di violoncello pur essendo il clarinetto lo strumento solista. Lo stesso accade in "Profilo in eco" per flauto e ensemble, dove il duello fra solista e ensemble si traduce in metamorfosi sonore vivaci e guizzanti.
Un assolo anche nel secondo brano del cd, "Il giardino di giada" per flauto e trio d'archi, in questo caso momento riflessivo e di analisi, affidato al flauto, prima della ricapitolazione finale di tutto l'ensemble.
Un'ora e 5' la durata complessiva del cd, senz'altro consigliato a chi voglia familiarizzare con uno tra i più affermati compositori italiani.
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