Prima recensione su Debaser: su cosa scrivere?
Decido allora di partire dal mio cantautore preferito, dall'uomo che considero come un secondo padre per i suoi consigli ed i suoi insegnamenti.
"… Lo sai cosa fa, lo sai con chi va e con chi si vede…"
Inizia con queste parole il brano "Maledette Malelingue", che apre l'album "Malelingue" pubblicato da Ivan Graziani nel 1994, tre anni dopo il precedente "Cicli e Tricicli".
Album a mio parere molto sottovalutato: Contiene infatti diversi brani molto interessanti, che trattano temi caratteristici del repertorio di Ivan Graziani: La provincia, il mondo ingenuo dell'infanzia , l'amore…
Di questo album colpiscono soprattutto la sanremese "Maledette Malelingue", che si schiera contro i pettegoli e le malelingue di provincia, che non hanno altro da fare che intromettersi nella vita degli altri e giudicare in base a pregiudizi insensati e dettati dall'ignoranza e da un falso moralismo, che la maggior parte delle volte causa solo del male alle persone coinvolte "… lui l'hanno cacciato, allontanato in un'altra città… e si dice che a lei suo padre le ha date di santa ragione… adesso sta chiusa in casa e per un bel pezzo non uscirà…", il testo ironico di "poppe,poppe,poppe", dove Ivan nasconde abilmente doppi sensi parlando della sua (nostra) debolezza "…scollature, panettoni…rigoglio sano di femminili ormoni…colline bianche e solchi misteriosi…dove si appuntano gli sguardi dei golosi", la splendida chitarra spagnoleggiante di "avrò bisogno ancora di te" e l'altrettanto pregevole testo, il potente rock di "il topo (signore delle fogne)" dove Ivan ci racconta di un topo che, in balia di un pitone affamato, pregando il signore delle fogne riesce a salvarsi e a mangiare la testa al suo aggressore, insegnandoci che "chi vuol fregar rimane fregato".
C'è poi una delle canzoni più belle ma allo stesso tempo meno considerata del nostro: "sempre dritto in mezzo al cuore sparerò" dove Ivan ci racconta, con uno splendido testo e un bellissimo arpeggio la commovente storia di una prostituta costretta a "sparare sempre dritto al cuore" poichè abbandonata dal padre e lasciata alla sola madre che piange addolorata per il comportamento dell'uomo "… Mio padre è andato, si son divise le nostre strade…lui è via, lontano da me e da mia madre…ma lei ci pensa a quel bastardo… ed io la sento, singhiozzando, quando è sera…quando è sola, quando è troppo sola ma io no… io non mi arrenderò e sempre dritto in mezzo al cuore sparerò…"
Una perla che mostra la grande sensibilità di questo immenso artista e uomo che oggi viene poco ricordato, forse per il fatto di non essersi mai schierato politicamente o forse perché troppo fuori dagli schemi per quest' Italia che osanna solamente "rocker" dai testi e dalle musiche di basso livello…
Anche le altre canzoni dell'album sono di buon livello e ci mostrano un Ivan in ottima forma compositiva. In conclusione questo è un album che merita più di un ascolto e che ha regalato molte emozioni ai fan del grande Ivan. Io in particolare sono molto affezionato all'album e alla title-track, perché è grazie a quest'ultima se ho scoperto il genio di questo grande cantautore e chitarrista, "IL CHITARRISTA".

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