Giovane interprete e autrice tedesca, ma di origini ghanesi, Ivy Quainoo inizialmente non aveva catturato la mia attenzione particolarmente: da me scoperta in modo del tutto casuale, ossia tramite un duetto tra la suddetta e Florence Welch sulle note di "Shake It Out" in occasione della finale di "The Voice of Germany", l'ho da subito ritenuta sì dotata di una buona voce, ma al contempo decisamente poco incisiva o degna di nota, colpa anche di un album di debutto, l'omonimo "Ivy", che le cuciva addosso le vesti di una cantante soul piuttosto convenzionale. Non un brutto esordio, questo bisogna anche dirlo, ma neanche qualcosa di memorabile insomma. Con "Wildfires" invece la ragazza prova ad aggiustare il tiro e le va dato merito di esserci riuscita: pur non essendo un capolavoro questa sua seconda fatica le permette di emergere dall'anonimato in cui sembrava destinata a sprofondare grazie a un sound molto più personale e ispirato che in passato.
Abbandonato definitivamente il pop-soul da classifica dell'album precedente, la Quainoo dà alle stampe un album in cui ad archi e gentili accenni di sintetizzatori ed elettronica si intrecciano umori e atmosfere, oltre che alcuni strumenti tipici della sua terra d'origine: il risultato sono melodie ariose e di ampio respiro che, pur non spiccando per originalità, conferiscono ai pezzi un sapore esotico, sia che si parli di ballate ("300 Years", "After All This Time") sia che si parli di pezzi più pop e più radiofonici (la title-track "Wildfires (Light It Up)" e "Paint Your Love", per citarne alcuni) e hanno oltretutto il pregio di essere sostenute da arrangiamenti raffinati e discretamente curati. Non manca a dire il vero qualche pezzo un po' troppo sfacciatamente scala-classifiche ("Atomic") e qualche traccia che, pur valida, si distacca un po' troppo dall'atmosfera generale del disco, avventurandosi in lidi elettronici in alcuni casi piuttosto riusciti ("Empty", "Burial"), in altri decisamente meno ("Dancing Dynamite" su tutti).
Nulla che comunque impedisca al disco, almeno a mio parere, di raggiungere un'abbondante sufficienza, anche considerando il fatto che la Quainoo, forse traendo giovamento dall'inversione di rotta rispetto al debutto, si rivela essere un'interprete molto più espressiva rispetto al passato e che, nonostante qualche passo falso, come primo tassello della sua rinascita musicale, "Wildifires" sembra tracciare un sentiero promettente e interessante e la ragazza avrà sicuramente occasione di esprimere appieno un potenziale musicale ancora in buona parte inespresso.
Voto: 3,5
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