Bella gente c'è poco da dire... J-Ax è sempre J-Ax! Chi lo critica per aver cambiato genere o ha sempre apprezzato l'hip hop e non J-Ax oppure è un inguaribile nostalgico di quelli che pensano che "non c'è più il domani di una volta" e che "si stava meglio quando si stava peggio". La verità è che ce ne sono pochi di artisti italiani come Ax, che riescono a rinnovarsi ad ogni disco e a stupire il suo pubblico e lui è praticamente il solo di questi a rimanere nelle hit parade. Anche con "Rap n'roll" J-Ascia non si è smentito, stravolgendo nuovamente tutto quanto.

Comunque passiamo ad analizzare questo ennesimo capolavoro track by track.

Si parte con "aumentaci le dosi", un pezzo prettamente hip hop, dalla base volutamente "disturbatrice" (il ritornello per esempio è un insieme di skratch ed effetti sonori) confezionata da THG, dj dei Gemelli DiVersi che qui sfoga tutta la sua natura da hiphoppettaro, per anni repressa a causa del genere più pop e melodico adottato dalla sua band. La base presenta bassi potentissimi in certi punti, tanto che sembra voler accentuare la natura tossica del testo. Ax in questo brano infatti usando l'ironia che rende speciale ogni sua canzone, rappa del fatto che ormai la gente dei giorni nostri è assuefatta a qualsiasi porcheria audiovisiva (dai reality alle balle dei politici), tanto da non sentire più niente quindi urge un aumento delle dosi. Il pezzo sa presentare in modo divertente un argomento molto serio quindi merita molto.

Si continua con "i vecchietti fanno o", primo singolo estratto, anch'esso annovellabile nel filone hip hop. La base è il campionamento di un vecchio successo anni '80, Ax rappa e Guido Style, voce dei The Styles ormai fisso nella band di Ax, fa gli "ooooooooo" corali dei vecchietti. Nel testo Ax dice che vorrebbe, invexcchiando, non perdere il suo lato ludico e giocoso (lui stesso a volte si è paragonato a Peter Pan) e si augura lo stesso destino per la sua generazione. Quindi i vecchietti farebbero o come i bambini del pluritormentone di Povia perchè dentro rimangono un pò bambini anche loro. Sonorità radiofoniche e testo divertente e originale rendono il brano molto buono.

Dopo 2 pezzi hip hop ecco l'immersione nel crossover (che farà comunque da padrone per tutto il disco) nella terza traccia "mi ri-fiuto". La base è dominata da una chitarra elettrica e da un beat hip hop. Le strofe sono rappate da Ax, mentre il ritornello più melodico è affidato soprattutto a Guido Style. C'è anche la partecipazione nel congedo dell'amico metallaro Pino Scotto, che risponde al messaggio di un certo Gregorio (che fa da intro al pezzo) che lo accusa di essere troppo commerciale e di "suonare insieme a J-Ax". La risposta è un sonoro "fanculo!!!". Il pezzo comunque è un invettiva molto ironica contro la società, e sembra anch'esso voler rispondere alla provocazione del messaggio, tipo "altro che commerciale, senti qua!". Non male.

A seguire troviamo un pezzo musicalmente simile a "mi ri-fiuto", con chitarra elettrica e beat. La voce di Ax qui fa da padrone. Il pezzo, quasi completamente rappato, si intitola "io non te lo do", titolo già di per se eloquente, visto che si tratta di una risposta che Ax, felicemente sposato, da' ad una tipa che in discoteca ci prova con lui. Anche questo non male.

La quinta traccia, oltre ad essere la title track è anche senza dubbio la perla indiscussa dell'intero lavoro. Il pezzo è un crossover puro che mescola una strumentazione rock molto potente ad un arco molto stile hip hop che ricorda i Club Dogo (non per niente la seconda strofa è rappata da Guè Pequegno, voce del sopracitato gruppo). Ax rappa la prima strofa mentre Guido Style canta nel ritornello. Il pezzo parla del loro stile di vita molto rock n'roll che, trattandosi di loro, diventa RAP n'roll. Divinamente maledetto.

Poi si passa alla prima ballata del disco, dal titolo "in mezzo", che mescola una cupa chitarra elettrica, un beat ed effetti vari. J-Ax canta e rappeggia un pò tutto il pezzo, aiutato nei ritornelli più melodici dalle Wonderbra (storiche coriste con lui sin dai primi anni '90). L'argomento è la dipendenza da sesso e droga che ti fa andare giù e certi "amici" invece di aiutarti ti ci tirano (appunto) in mezzo. Molto valido.

A seguire troviamo quella che, a mio avviso, è un pò la pecora nera del disco, "freedrink". Il pezzo è un pò stile hip hop Articolo 31 (tant'è vero che il ritornello è in gran parte cantato dalle Wonderbra), ma nella base tra beat ed effetti, spicca anche una chitarra elettrica. Le strofe sono rappate da Ax (che canta anche una parte del ritornello) e dall'amico e collaboratore storico Space One e descrivono la loro vita nei privè dei locali, dove tra tutti quei ricconi e quelle modelle loro risultano più veri e simpatici alla gente. Non proprio da buttare ma Ax ha fatto moooooolto di meglio.

E' il momento di "3 paperelle" pezzo cantato in duetto con la rocker Irene Vipodas. E' un brano punk-rock molto strumentale dove il rap nel cantato di Ax viene un pò meno. Il pezzo racconta della batosta presa da 3 tipe (una provinciale, una musicista e una ragazza dell'est) che vedono a Milano il posto dove realizzarsi, ma si accorgono ben presto della bugia. Non male.

La nona traccia a mio parere è la meglio riuscita dopo la title track. Il titolo è "come io comanda" ed è un crossover dalla ruspante chitarra elettrica e dal beat molto ben riuscito quasi completamente cantata da Ax con una piccola partecipazione di Guido Style nel ritornello. L'argomento è la vita dell'Artista (notare la lettera maiuscola...), SEMPRE E DA SEMPRE CONTROVENTO, ma è come lui la vuole. Da brivido!!!!!

A chiudere il disco "signora" una malinconica ballata acustica con beat e qualche effetto elettronico e molto melodica nella quale Ax  descrive ed esprime solidarietà verso una tipica anziana signora spaesata dal mondo di oggi ("se puoi fidati di me, riconosco il tuo profumo, mi ricorda quando ero nuovo e nonno mi spiegava il mondo"). Molto bella e profonda.

Il disco ha solo 10 tracce, ma solamente perchè è la prima parte di un lavoro che si concluderà con un secondo disco estivo.

Da notare l'innegabile influenza che l'amicizia della Dogo Gang ha avuto su Ax che si è riavvicinato al rap e ha cominciato a usare spesso l'appellattivo gergale "zio" tipico dei Dogo. Qesta a mio avviso non è una pecca in quanto dimostra che Ax se ne frega delle etichette e fa solo quello che gli va di fare in quel momento.

Penso che il disco nel complesso meriti 4 stelle e mezzo.

Bella, Ax! Continua così!

DEMIAN  

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