"I Sotterranei" è più che il manifesto di un movimento generazionale: è la sua vera essenza, impressa su carta con una prosa spontanea che trasuda jazz, sesso, frenesia, ansia e euforia da ogni pagina.

Lo spirito bohémien dei beatnik raccontato da un beatnik (per sua stessa ammissione sotto l'effetto della benzedrina ed in soli tre giorni) in pieno periodo Beat: è facile intuire come tutto in questo romanzo sia reale, anche quando il reale diventa rarefatto; talmente reale da diventare duro e disturbante, schiettamente vago, intricato e leggero. La trasmissione delle sensazioni e delle atmosfere non si basa sulle descrizioni (sarà banale dirlo ma è raro che le descrizioni rendano giustizia alla purezza e alla verità di certe sensazioni), ma è affidata a un unico grande flusso di coscenza ritmato dagli accenti: è la "prosodia bop", una scrittura che si ispira ai ritmi degli innovatori del jazz, cercando di riprodurre quell'alternarsi di spigolosità e distensione ideale per le improvvisazioni, che troveranno il loro corrispettivo su carta nelle lunghe digressioni e nei voli pindarici apparentemente fini a sé stessi, ma indispensabili per mantenere la freneticità nel ritmo della prosa.

Il jazz, la San Francisco di fine anni '50, i Sotterranei (dicitura che associo spontaneamente a "Subterranean Homesick Blues", del periodo 'allucinato' di Dylan), ovvero un gruppo di disadattati, compresi artisti di vario calibro, tutti eccentrici ma accomunati dall'impossibilità di stare fermi (tema portante di Sulla Strada, altro capolavoro di Jack Kerouac), dalla passione per la mondanità e per tutto ciò che essa comporta. Un amore reale, quello tra Leo Percepied (alter ego di Kerouac) e Mardou Fox (ragazza afroamericana sulla cui identità extraletteraria non c'è certezza) messo letteralmente a nudo in tutto il suo sviluppo: talmente a nudo da meritare un processo per oscenità alla sua prima pubblicazione in Italia, salvo poi essere assolto per la "bellezza lirica di alcune sue immagini".

Non si tratta di un romanzo 'da leggere': per capirlo bisogna immergervisi, entrare nello stato d'animo adatto e percorrere le pagine d'un fiato, con la stessa sponataneità con cui è stato scritto, senza soffermarsi. Magari accompagnandolo con Charlie Parker, Dizzy Gillespie, Miles Davis. Fate voi.

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