"For Everyman", terzo lavoro di Browne edito nel 73, si apre con "Take It Easy", portata alla notorietà dagli Eagles. Il brano, dal tono piuttosto allegro, come si può facilmente evincere già dal titolo, traccia subito le caratteristiche del sound del disco: un solido impianto folk rock, con la chitarra acustica (poi anche il piano) a sorreggere il tutto, e i preziosi ricami della slide dell'inseparabile David Lindley.
Senza soluzione di continuità si passa a "Our Lady Of The Well", più asciutta ed acustica nel sound, con un testo malinconico e fortemente evocativo. Questo è uno dei brani dell'album che più mi tocca, con bellissime immagini sapientemente piazzate su dei cambi di accordi con bassi discendenti piuttosto frequenti in Browne. In questo pezzo credo di ravvisare una delle caratteristiche che a mio avviso rendono più personale il lavoro di Browne e più facile il processo di identificazione nelle sue storie: la capacità di far sembrare i normali avvenimenti della vita di ognuno eventi epici, romanzeschi, degni di essere cantati in una grande canzone e di sucitare grandi emozioni. Sulla stessa falsariga "I Thought I Was A Child", con i temi ricorrenti del rimpianto per qualcosa di perso, occasioni non sfrutatte e sentimenti non seguiti fino in fondo.
In "These Days" affiora la volontà di guardare avanti nonostante le delusioni del passato. Il pezzo è caratterizzato da un lavoro davvero magistrale del solito David Lindley alla slide, con solo finale da brividi.
La conclusione è affidata a "Sing My Songs To Me", splendido pezzo sul potere immaginifico della musica, che dopo un break dal sapore funky sfocia nella lunga title track, classica elegia universale di Browne sulla disillusione, chiusa da una coda strumentale con, ancora una volta, Lindley a guidare le danze.
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